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Il futuro dell’edilizia sostenibile? Calce e canapa

Traspirante, ignifuga, isolante termico/acustico ed anche antisismica: questi i principali vantaggi grazie ai quali è possibile costruire e ristrutturare case praticamente a Km 0 

 

Punto di partenza per le diverse esperienze del territorio è Castiglione d’Otranto, sede della Casa delle AgriCulture “Tullia e Gino”, madre del festival estivo della Notte Verde, presso la quale sono stati fatti i primi esperimenti e dove ora è sorta la prima casa in legno con intonaco in calce e canapa. “Stiamo spingendo per cercare di rendere disponibile alla portata di tutti questo mix di calce e canapa, usato come termointonaco sia per la ristrutturazione di muri già esistenti, sia per la costruzione di muri fatti in legno e canapa”. Parole e voce di Rocco Botrugno, uno dei primi a credere in questo nuovo prodotto e sperimentarlo sul campo, valutando l’efficacia della sinergia. “Le prestazioni del materiale sono rilevanti: ha un indice altissimo di traspirabilità, favorendo un microclima alcalinico nell’abitazione, è ignifugo, impedisce all’umidità di creare muffe e condense, mantenendo l’ambiente più sano. Cosa che non avviene con i premiscelati chimici i quali, a seguito di improvvisi sbalzi termici si allargano o si restringono, rilasciando polveri sottili nell’ambiente ed essendo alla base delle allergie e dell’asma attuali. L’unica accortezza da tenere -conclude Botrugno-è che su un intonaco realizzato con calce e canapa bisogna continuare i lavori di finitura o di imbiancatura ricorrendo sempre alla calce e non ad altri materiali chimici”.

E la ricerca di nuove soluzioni potrebbe portare a traguardi innovativi, al solito con un occhio di riguardo all’ambiente, ricorrendo ad esempio alla paglia o alla lana di pecora. Da Castiglione d’Otranto prende il via anche l’esperienza di “Messapia Style”, con sede a Supersano, di Emilio Sanapo e Samuele Macrì. “Quattro anni fa abbiamo partecipato ad un workshop organizzato da Assocanapa durante la Notte Verde e questa miscela calce e canapa ci ha incuriositi -rivela Sanapo-. Abbiamo così deciso di accettare la sfida: si tratta di un prodotto valido, vantaggioso rispetto all’edilizia classica, anche perché si può fare a meno di installare impianti termici. Basti pensare che nella mia casa che sta per essere completata durante le abbondanti nevicate di gennaio, quando fuori si toccavano i -2° e i -4° in casa c’erano +14°. È un isolante termico e acustico, gestisce l’umidità nel microclima, assorbe anidride carbonica e benché la struttura sia in legno o paglia è più ignifuga di un’abitazione fatta in cemento, è antisismica, il peso leggero non incide sulle fondamenta”. 

E l’esperimento funziona a tal punto che l’esempio comincia a diffondersi in tutto il Salento: “L’intero processo è sostanzialmente a km 0 perché la canapa viene coltivata in Puglia, la trasformazione avviene in uno dei due impianti di tutta Italia che si trova a Taranto. La lavorazione avviene direttamente in loco, impastando tutto sul cantiere e non c’è quasi materiale di risulta perché ciò che avanza può essere utilizzato in altri lavori. Devo ammettere che nel Salento rispetto ad altre parti di Italia ci siamo dimostrati più sensibili e più avanti nello sposare questa nuova tecnica che, in realtà, è ripresa dai nostri avi che utilizzavano la paglia”. 

 

Alessio Quarta – foto Messapia Style