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Il futuro della città secondo Udc, Insieme e Gat

Presentato il documento programmatico della coalizione che ha scelto Dell’Abate quale proprio candidato sindaco 
 
Il Movimento Gruppo Aperto Tricase, lista Insieme e UdC hanno scelto Nunzio Dell’Abate, avvocato di 47 anni, sposato e padre di un bimbo di 15 mesi, quale candidato sindaco al Comune di Tricase. Chiaro il programma della coalizione, a partire dalla prima iniziativa da intraprendere in caso di vittoria (“garantire ai cittadini la possibilità di controllare l’esercizio del potere dell’Amministrazione”) per passare agli obiettivi dei “classici” primi 100 giorni: “Posso già anticipare -annuncia Dell’Abate- le prime cinque delibere di indirizzo, ossia l’attuazione della Legge 69/2009: tempi certi per i procedimenti amministrativi, responsabilità certe; la revisione di Statuto e regolamenti; l’istituzione dell’Ufficio Europa e iniziative di formazione-informazione sui bandi europei; l’istituzionalizzazione del Presepe Vivente; la creazione del Distretto Commerciale di Tricase”. 
C’è anche il lavoro al centro dell’attenzione: “Guardiamo alle altre esperienze e valorizziamo le nostre specificità: pensiamo di guardare il governo di questa città nella prospettiva della creazione di nuovo lavoro con un aiuto particolare ai giovani che vogliono investire, e del mantenimento di quello esistente”. Tanti gli altri temi caldi in agenda: “Il porto va prima di tutto messo in sicurezza -aggiunge Dell’Abate- abbiamo già avuto il finanziamento ed appaltato i lavori. Quanto all’ampliamento, dobbiamo guardare alle altre esperienze ma sceglierle con maggiore adeguatezza”. Riguardo al parcheggio interrato davanti all’Ospedale “Panico”, c’è la convinzione che la procedura adottata dal Commissario dia il vantaggio di poter valutare le alternative che verranno proposte (“Solo dopo sceglieremo se e quale intervento realizzare”). 
Dell’Abate e i suoi sostenitori intervengono anche sull’Acait: “È un luogo della memoria della nostra città e per questo deve essere decoroso e praticabile. Ma c’è una difficoltà: il bilancio di un Comune, oggi, non ha i mezzi necessari per affrontare questa valorizzazione, quindi ci rivolgeremo a specialisti del fund raising ed a tecnici di archeologia industriale”. Un’idea anche per l’Adelchi: “Occorre fare di tutto perché non chiuda: nuove commesse, riconversione, qualunque cosa, purchè non chiuda. Ma è chiaro che bisogna pure preparare le alternative all’irreparabile, progetti di formazione e di riqualificazione dei lavoratori, cooperative per gestire la transizione”.