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Il filo del discorso

Continua ormai da settimane lo scambio di battute tra Paolo Perrone e Antonio Rotundo sul filobus cittadino, che nessuno ancora sa quando e se partirà 
 
Se non ci fossero in gioco la credibilità personale ed un’opera costata ai cittadini 23 milioni di euro, gli ultimi giorni di botta e risposta tra il sindaco di Lecce Paolo Perrone ed il capo dell’opposizione cittadina Antonio Rotundo sarebbero stati decisamente godibili. 
L’ultima parola l’ha avuto il primo cittadino che, al fine di mettere a tacere una volta per tutte le illazioni del suo avversario politico, ha deciso di pubblicare, cioè di diffondere attraverso la stampa, i contenuti della lettera che i legali del Sirti, azienda capofila dei lavori del filobus, gli avevano inviato alcuni giorni fa. Il chiarimento mette fine (ma non è detta l’ultima parola) ad una querelle cominciata ormai da settimane. Dopo che Perrone aveva incolpato dei ritardi del filobus l’allora dirigente comunale, Antonio Rotundo gli aveva dato del “Pilato”, accusandolo in seguito di non aver detto la verità sul contenzioso con la Sirti, azienda capofila dell’associazione temporanea di imprese che realizzò l’opera. L’opposizione chiedeva infatti che si affrontasse la questione “alla luce del sole” e cioè in un Consiglio comunale monotematico. Perrone aveva ribattuto accusando Rotundo di indebolire, con le sue dichiarazioni pubbliche, la posizione del Comune nella difficile contrattazione, visto che intanto l’Amministrazione ha impugnato il decreto ingiuntivo con cui Sirti sollecita il pagamento di 6 milioni di euro per la realizzazione dell’infrastruttura e Palazzo Carafa ne ha a sua volta chiesti 5 come risarcimento per il ritardo. 
E così via, di conferenza in conferenza, fino alla richiesta di scuse e l’ennesimo botta e risposta. Prima però, il sindaco aveva scritto a Rotundo: “Caro Antonio, per il filobus si sta cercando disperatamente di far riconoscere le ragioni del Comune, viste le numerose inadempienze da parte della ditta realizzatrice che non possono andare a scapito nostro e dei leccesi. L’anomalia sta nel fatto che hai deciso di schierarti nettamente contro l’Amministrazione comunale su queste questioni di fondamentale importanza per il futuro e quindi di porti contro la città, peraltro in modo così palese da sgombrare il campo da ogni possibile equivoco”. Martedì l’ultimo atto. 
In una conferenza stampa, il Pd ha mostrato di avere tra le mani la lettera dei legali della Sirti, chiedendo a Perrone di scusarsi in cambio del silenzio sui contenuti “riservati e personali” della missiva in grado di danneggiare ulteriormente, a detta del sindaco, una trattativa “già compromessa”. “Abbiamo acconsentito a questa richiesta -hanno precisato dal Pd- per deontologia politica ma ci aspettiamo un deciso passo indietro rispetto all’attacco ingiustificato nei confronti dell’opposizione”. Pubbliche scuse a Rotundo dunque ma anche nuove politiche per la città, dal piano traffico al bilancio. 
Piuttosto che cospargersi il capo di cenere, però, Perrone ha deciso di mantenere la linea dura. In una conferenza stampa convocata d’urgenza nel pomeriggio ha quindi distribuito la misteriosa lettera del 15 novembre, in cui l’avvocato Fiumalbi scriveva al legale del Comune Guadalupi per comunicare che l’incontro era di fatto annullato, non essendoci più le condizioni. Poi anche il sindaco ha rilanciato, chiedendo a Rotundo se il Pd non abbia per caso dei legami poco chiari con Sirti, visto che sino ad ora, ha detto Perrone, “invece di rispondere su questo punto ha alzato una spessa cortina di fumo”. Fine?
 
Alessandra Lupo