Il nosocomio cittadino sembra essere finito nel mirino della Regione e nel nuovo Piano della sanità che prevede per la provincia solo quattro poli ospedalieri
La nuova ondata di annunciate chiusure riferite alle strutture ospedaliere ed ai ridimensionamenti repentini dei reparti potrebbe interessare seriamente il “Francesco Ferrari” di Casarano. Una notizia che non rappresenta certo il classico fulmine a ciel sereno (dal momento che a turno un po’ tutti gli ospedali salentini sono stati inseriti nella lista nera della contingenza) ma che comunque proprio perché per certi versi “attesa” rende per maggiori preoccupazioni.
Come è noto, a leggere le intenzioni del nuovo disegno della sanità pubblica di Puglia voluta dalla Giunta del governatore Nichi Vendola, viale Capruzzi ha ipotizzato per la provincia di Lecce la presenza di soli quattro poli ospedalieri. La notizia ovviamente non rende felice il territorio e non fa altro che richiamare precedenti news che già sul tema circolavano insistenti e secondo le quali un ospedale tra quelli attivi nella “Città Bella” Gallipoli e nella capitale industriale del medio Salento (Casarano) dovevano andare incontro al loro inesorabile destino. Morale: uno dei due era di troppo e poteva anche essere chiuso.
Negli ultimi giorni non sono mancate le prese di posizione da parte dei politici casaranesi, e da ultimo si registrano le iniziative dell’assessore provinciale Gianni Stefano e del movimento di Francesca Fersino Liber@città. E proprio Liber@città (“per una più incisiva iniziativa per scongiurare quanto ormai in atto”, sottolineano dal movimento) nell’interesse della comunità casaranese e del territorio ha avviato una raccolta firme contro il ridimensionamento dell’ospedale “Francesco Ferrari”. La raccolta di firme e di adesioni alla campagna che è lecito attendersi assumera i contorni di una “battaglia civile” sarà effettuata presso la sede di Liber@città, in via Unità D’Italia, ogni sera dalle 19.30 alle 21.
Che il ridimensionamento dell’ospedale cittadino sia già considerato un dato di fatto, del resto, è già sotto gli occhi di tutti. Ecco alcuni indizi, peraltro già ampiamente denunciati pubblicamente dall’assessore Stefano. Dopo il pensionamento del primario di Ostetricia e Ginecologia non solo è calato il numero delle nascite presso quella unità, ma non si è provveduto alla necessaria nomina del nuovo primario Significherà qualcosa? Ed ancora: per il mancato rinnovo dei finanziamenti legati all’articolo 55, il reparto di Radiologia ha subito il ridimensionamento del numero degli operatori in servizio nella struttura, con la conseguenza che si sono notevolmente allungate le liste d’attesa (e ciò produce il dirottamento degli interventi radiologici e di risonanza magnetica presso altri ospedali). Circostanza quest’ultima che potrebbe determinarsi anche per la riduzione delle sedute mensili in sala operatoria degli anestesisti, passate da 70 a 45 sempre per il “famigerato” articolo 55. L’ultimo indizio “sollevato” raggiunge invece il grottesco. Presso l’ospedale di Casarano doveva partire un progetto per effettuare la cosiddetta “preparazione dei chemiofarmaci”, ma tale programma non ha mai visto la luce per la mancata autorizzazione da parte della direzione. Cosa che invece è regolarmente avvenuta (e solo da qualche giorno) per l’ospedale “Cardinale Panico” di Tricase.
Daniele Greco