Cerca

Il dito nella piaga della disoccupazione

Ormai purtroppo è un effetto domino. Un meccanismo che una volta coinvolto un settore, a catena ingrana poi su di un altro, fino a sconvolgere finanche ambiti e comparti che sembravano stabili e sicuri. E così il Salento passa dalla crisi del Tac a quella dell’industria meccanica, dalla congiuntura che blocca sui treni i migliori prodotti agroalimentari ed ortofrutticoli della terra… d’Otranto, fino alla recessione di un settore quale quello della grande distribuzione che pure non più tardi un lustro e mezzo fa era visto in termini occupazioni sicuro e saldo quasi come un posto statale.
Ma fatto è che la congiuntura non guarda in faccia a nessuno, e dà corso al suo progetto di “decomposizione” di un tessuto sociale che è già provato e commiserato di suo. Da molto tempo ormai da più parti si mette il dito nella piaga della incipiente disoccupazione e dei casi Adelchi, Filanto, Cnh e Carrefour (solo per citare i più noti), e prontamente si è sempre sottolineato come la speranza della rinascita non sia solo affidata all’alea del mercato globale. Servono azioni mirate, decisioni importanti. Ed anche una buona fetta di quei milioni di euro una volta promessi, ma che dal Salento sono spariti come, purtroppo, spariscono anche i posti di lavoro.

 

Daniele Greco