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Il costone crollato di Santa Cesarea sulle pagine de “Il Venerdì di Repubblica”

Il supplemento del quotidiano di Roma si è occupato del masso di roccia staccatosi lo scorso anno in zona Fontanelle e ancora non rimosso. Il sindaco Cretì fa però chiarezza
 
Nel marzo dello scorso anno, in seguito ad una violenta mareggiata, un pesante pezzo di roccia si staccò dal costone della zona Fontanelle di Santa Cesarea Terme; un episodio che trovò risalto anche tra le nostre pagine e che fece scattare l’allarme sul livello di sicurezza e stabilità delle formazioni rocciose della località turistica e termale. Fosse accaduto in questo periodo dell’anno, le conseguenze avrebbero potuto essere drammatiche. 
A più di un anno di distanza, la situazione è ancora in stand by. Il masso si trova ancora nella stessa identica posizione e l’area circostante è stata recintata, interdetta al pubblico ed è stato posto il divieto di balneazione. Il caso non è sfuggito nemmeno alla stampa nazionale, tanto è vero che l’inserto “Il Venerdì di Repubblica” ha denunciato l’episodio in tutte le sue contraddizioni. 
Il sindaco di Santa Cesarea Terme Daniele Cretì vuole però fare chiarezza e “aggiustare” il colpo inferto dall’articolo in questione: “Ciò che il giornalista non ha scritto è che al Comune mancano i fondi per intervenire. Stiamo redigendo un progetto preliminare e generale per intervenire su tutte le criticità della costa e del centro abitato di Santa Cesarea. Dal quadro economico è emerso un importo di 1milione e 200mila euro per lavori già finanziati, ma non sufficienti per completare gli interventi previsti sul Ciularo, ma soprattutto una somma di 4milioni e 880mila euro per ulteriori lavori di sistemazione e messa in sicurezza, tra cui appunto la zona Fontanelle per la quale, tra l’altro, si era provveduto in passato ad un progetto a parte che prevedeva a somma di 200mila euro per la semplice messa in sicurezza; denaro di cui non disponevamo. 
Il primo cittadino della Città delle terme ci tiene anche a precisare che “il progetto che si sta redigendo adesso, e che è in fase di ultimazione, verrà inoltrato in Provincia e Regione per ottenere un finanziamento: questa è l’unica via da seguire e credo che le nostre istituzioni non verranno meno. Successivamente, ci adopereremo per ottenere tutti i pareri necessari ed eventualmente attivare la procedura d’appalto. L’Amministrazione e i tecnici comunali si stanno impegnando per risolvere un problema che non è né di facile, né di immediata soluzione”.
L’attenzione dell’articolo del supplemento de “La Repubblica” si è concentrata anche sull’anomala presenza di bagnanti presenti sull’area del crollo, anche oltre le recinzioni che delimitano il punto esatto in cui si è staccato il grosso pezzo di roccia, nonostante viga il divieto di balneazione. La foto pubblicata a corredo dell’articolo lo dimostra: la zona Fontanelle è infatti accessibile attraverso una scalinata, di cui da sempre si servono i bagnanti dell’area. Anche su questo punto, però, il sindaco Cretì ha voluto fare chiarezza: “La parte pericolosa, cioè quella immediatamente intorno alla roccia staccatasi, è stata recintata ed è stato affisso il divieto di balneazione. Qualcuno può essere riuscito a oltrepassare la barriere, ma lo ha fatto a suo rischio e pericolo; noi abbiamo fatto ciò che ci competeva. Il resto dell’area è invece fuori pericolo, come hanno dimostrato le analisi dei tecnici, quindi -conclude Cretì- mi sembra non opportuno chiudere delle aree di balneazione se vige una situazione di sicurezza”. 
 
Alessandro Chizzini