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I treni di serie B

Non so se vi è mai capitato di guardare in tv gli spot di Trenitalia. Passeggeri belli, felici e rilassati viaggiano su vetture ultimo modello, linde, dotate di tutti i confort. Lo spettatore che ha una minima esperienza del viaggiare in treno potrà subito notare che le vetture di queste pubblicità non sono mai quelle dei treni regionali o peggio ancora dei temibili Espressi. Per chi non conoscesse le condizioni di questi ultimi, proviamo noi a fare un piccolo “spot”.
Innanzitutto le vetture sono vecchie di trent’anni o più. Negli anni scorsi sono state rimodernate sostituendo i vecchi sedili in pelle con i nuovi con rivestimento in tessuto, che si impregna di macchie ed odori. Senza contare poi la struttura stessa di questi sedili, composti da un poggia testa fisso e da una parte mobile che rendono impossibile viaggiare comodamente. Fortunatamente d’estate non c’è il problema delle stufe che gettano aria fredda, semmai si può trovare il finestrino di qualche scompartimento bloccato (naturalmente di aria condizionata neanche a parlarne). Infine, tanto per non tediare eccessivamente il lettore con questo elenco di disgrazie, i bagni: tante piccole fogne di Calcutta.
Provate a chiedere maggiori dettagli ai lavoratori e/o agli studenti salentini che spesso ritornando nella loro terra d’origine per le ferie sono costretti ad utilizzare questi mezzi. Dalle descrizioni dei loro viaggi apprenderete cose quasi incredibili. Di tutto ciò, naturalmente, non troverete traccia negli spot pubblicitari. Per le Ferrovie dello Stato il modello ideale di viaggiatore rimane il cliente dell’Eurostar, del FrecciaRossa o al massimo dell’InterCity, non certo il passeggero dell’Espresso notte. Il fatto che milioni di cittadini che per raggiungere le località di studio e lavoro del nord Italia (o per ritornare da queste) utilizzano queste fatiscenti vetture, è una realtà oscura come la notte che circonda i loro viaggi. Le lamentele dei pendolari stipati come sardine in treni puntualmente in ritardo sono nascoste dal sorriso del passeggero dell’Eurostar che legge il giornale e beve la sua bibita. In passato i treni erano gli stessi per tutti, con una semplice distinzione in classi. Ora le classi sono state separate completamente: la seconda è stata di fatto isolata ed ha preso la forma del treno della notte o del regionale fatiscente. In fondo, non c’è niente di cui stupirsi: come per l’istruzione o la sanità, si tratta soltanto di una delle molteplici forme di distinzione istituzionalizzata tra una popolazione di serie A ed una di serie B.

 

Alessio Palumbo