Gli ulivi a rischio fino a poco tempo fa troveranno nuove sedi dove essere reimpiantati, grazie all’interessamento delle istituzioni e dell’associazione “I custodi di Olivinopoli”
È iniziata la corsa contro il tempo per salvare gli ulivi della Maglie-Otranto e il primo risultato è stato messo a segno: 6mila piante su 8.260 hanno trovato una nuova collocazione. Nell’incontro tenutosi a Lecce lo scorso lunedì, voluto dall’associazione “I custodi di Olivinopoli” erano presenti le associazioni ambientaliste e le istituzioni, oltre ad Adelmo Carlà dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia e al Giuseppe Mauro Ferro dall’Accademia dei Georgofili. In apertura dei lavori, il presidente di Olivinopoli, Angelo Amato ha puntato su una coesione di linguaggio tra cittadini e istituzioni per arginare l’abbandono delle campagne, un fenomeno all’origine di molti mali: è così che si vendono gli alberi che vanno a decorare ville, si creano le discariche abusive, si cedono distese per impianti di energie alternative. A riprova di ciò la scoperta, ignota a tutti, di una cripta dell’età del Bronzo proprio lì dove si svilupperanno le quattro corsie della Maglie-Otranto.
In particolare, i “parchi degli olivi salvati” prendono spunto da un’iniziativa dell’onorevole Antonio Lia del 2005 e saranno un circuito virtuoso gestito da cooperative di giovani che riscattano attraverso la difesa identitaria del territorio. Con questo progetto i primi risultati concreti: le prime 1.600 piante giungeranno a Lecce e saranno dislocate in cinque location che diventeranno parchi, il più importante dei quali è costituito dai terreni circostanti la Masseria Tabacchi: come ha spiegato il sindaco di Lecce Paolo Perrone, questa iniziativa ha una doppia valenza di tutela del patrimonio rurale e di arricchimento per la città.
Uggiano la Chiesa accoglierà altri 100 ulivi da integrare nel tessuto produttivo e inserire nelle scuole come messaggio di pace tra i popoli del Mediterraneo. Impegno doveroso per il primo cittadino di Novoli, Oscar Marzo Vetrugno, che a messo a disposizione 12 ettari di terreno per gli ulivi che assieme alla vite ricordano le radici della civiltà contadina. Un terreno prestigioso -quello che già ospita il grano “Cappelli”- è invece pronto nel Comune di Minervino, dove il sindaco Ettore Caroppo ha in corso l’elaborazione di un marchio per l’olio che se ne otterrà.
Nonostante questi risultati, molti interventi hanno posto vari interrogativi come capacità degli ulivi di sopravvivere all’espianto, il potere dei sindaci di opporsi alle opere che mettono a rischio il paesaggio o l’utilità del “furore cementificatorio”, come la costruzione di strade, se è vero come ha ricordato qualcuno che il Salento è per le sue bellezze luogo d’elezione per lo slow-trip.
La nuova vita dei “giganti buoni”
Chiunque abbia percorso il Salento non può che aver reso omaggio agli ulivi: protagonisti indiscussi dei nostri paesaggi rurali e oggi tristemente al centro della bagarre per l’allargamento della strada Maglie-Otranto. Questo progetto mette a repentaglio 8.260 esemplari, di cui 268 ulivi monumentali recensiti. A ciò si aggiungano i tempi strettissimi: con la cantierizzazione dei lavori, molte piante, ricadenti nei terreni espropriati dall’Anas, hanno già subìto il taglio di numerosi rami da parte di ignoti, ora denunciati dal consorzio Coedisal affidatario e responsabile del cantiere.
La notizia dell’espianto delle migliaia di ulivi ha sollevato all’inizio lo sdegno generale e nello stesso tempo ha dato i suoi frutti. L’iniziativa più importante è quella nata dall’associazione “i custodi di Olivinopoli”, guidata da Angelo Amato, che assieme alla rivista “Qui Salento” e a TeleRama, si è fatta promotrice di una petizione pubblica sul web che in meno di 10 giorni ha raccolto più di 2.300 firme.
Sulla scia della proposta di alcuni sindaci come quelli di Minervino e di Uggiano La Chiesa, l’associazione ha lanciato l’appello per creare il “parco degli ulivi salvati”: ciascun sindaco può destinare dei terreni agricoli incolti, di proprietà demaniale, per ricevere gli olivi espiantati e creare un circuito virtuoso, una rete di parchi collegati con sentieri itineranti da percorrere in bicicletta o a cavallo, per far vivere e conoscere ai salentini e ai turisti il nostro patrimonio rurale.
M. Maddalena Bitonti