Continua l’allarme sulla pericolosità del benzopirene sprigionato a seguito dell’incendio nell’area una volta destinata a diventare un parco naturale
Cresce in città l’allarme per i possibili inquinamenti dell’aria prodotti dai fumi che hanno invaso il territorio cittadino dopo l’incendio della Vora di alcune settimane fa. L’Arpa, nei giorni immediatamente successivi al propagarsi delle fiamme ha sentenziato che il livello di benzopirene (una sostanza altamente cancerogena) era oltre il livello consentito per legge (17 nanogrammi per metro cubo contro il limite di appena uno), ma a molti giorni di distanza dall’accaduto la situazione potrebbe ancora essere oltre il livello di guardia. Sicuramente lo è nel dibattito politico, considerata la presa di posizione dell’ex vicesindaco ed esponente dei Verdi di Casarano Marcello Torsello che ha usato parole dure per “redarguire” il Comune reo, secondo la sua denuncia, di non essersi mosso tempestivamente per tutelare la salute pubblica.
È passato invece subito ai fatti il locale circolo di Legambiente, che in merito alla questione ha sottoscritto un’istanza di intervento indirizzandola all’Apra Puglia (e per conoscenza al Commissario prefettizio ed alla Prefettura di Lecce). Una richiesta che è rimasta inascoltata anche dopo dieci giorni dall’inoltro, benché Legambiente avesse proposto all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente “di intervenire in modo risolutivo e radicale per scongiurare la presenza di sostanze o rifiuti tossici”.
“In riferimento all’incendio sviluppatosi nella zona Vora di Casarano, nonostante i continui interventi dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile e degli organi preposti -ha scritto in quella lettera il presidente del circolo “Colibrì”, Mario D’Aquino– la situazione continua a persistere. Dopo aver ricevuto numerose segnalazioni da parte dei cittadini, in merito al disagio provocato
dai fumi causati dalla combustione, chiediamo un pronto intervento sul luogo, effettuando dei carotaggi del suolo a diverse profondità, per capire in maniera definitiva la natura del materiale posto sul fondo della zona interessata. Riteniamo che tale provvedimento -concludeva la sua missiva Mario D’Aquino per conto del circolo casaranese di Legambiente- sia necessario per scongiurare la presenza di materiali contaminanti, che potrebbero arrecare seri danni alla salute pubblica”.
Sulla questione è intervenuta intanto anche la dirigente medico del Dipartimento di Prevenzione della sede di Casarano dell’Asl Leda Schirinzi che ha proposto alcune soluzioni per arginare il problema. Ovvero, tra le altre, di insistere con l’inondazione dell’area per diluire i fumi, di procedere alla piantumazione di file di alberi ai bordi dei bacini e di operare la rimozione del terreno.
Daniele Greco