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I dubbi di Città Libera sulla vendita del Foro Boario

L’alienazione dell’immobile comunale ha sollevato la reazione del consigliere d’opposizione Antonio Giannuzzi, il quale ritiene che l’edificio sia stato svalutato per la vendita 
 
Il Foro Boario al centro della querelle politica cittadina. A scatenarla il consigliere comunale Antonio Giannuzzi di Città Libera, che ha contestato la delibera di Giunta delle scorse settimane che predisponeva la vendita dell’immobile situato sulla Maglie-Otranto, il cui prezzo secondo l’esponente dell’opposizione, era stato inizialmente svalutato. La questione affonda le radici nel 2009 ai tempi della passata amministrazione Fitto, quando la vendita dell’immobile infruttuoso fu posta al vaglio del Consiglio comunale. Già allora Giannuzzi sollevò dei dubbi: 350 euro al metro quadro per la copertura e 2,5 euro per il terreno circostante erano sembrati troppo pochi. E sono ancora troppo pochi, a suo avviso, anche se la delibera di Giunta ha previsto un innalzamento del prezzo di 35mila euro. “Dopo il consiglio su questo punto -racconta Antonio Giannuzzi- sono riuscito a recuperare i documenti originali del 1974 dall’archivio, dove si evidenziava la destinazione commerciale dell’immobile. A novembre 2009 ho presentato un ordine del giorno per chiedere la revoca della delibera. La questione fu rinviata con la sospensione del bando e la richiesta di un parere legale”. 
Il parere legale fu chiesto all’avvocato Pier Luigi Portaluri, il quale chiosò spiegando che la questione era di natura tecnica, non legale: la destinazione d’uso dell’immobile era stata infatti predisposta dall’Ufficio Tecnico comunale, che ne aveva determinato la base per il prezzo. “Hanno cambiato anche la volontà della Giunta che aveva sospeso la vendita -ha commentato Giannuzzi-, vendere l’immobile a valore ridotto è una perdita per la città”. In pratica, il timore di Giannuzzi è quello che, se la destinazione d’uso fosse cambiata, l’immobile verrebbe svenduto, con una cospicua perdita per le casse comunali. Secondo la maggioranza, invece, l’immobile è cadente e infruttuoso e ci sono altre urgenze molto più importanti: i proventi della vendita serviranno a risistemare il palazzo municipale, che richiede urgenti opere di ristrutturazione. I lavori al Municipio si rendono necessari sia per questioni logistiche (un palazzo in cattive condizioni è pericoloso per chi ci lavora e per chi lo fruisce), ma anche per ragioni culturali, dato che il palazzo è il primo adibito a Municipio nella storia dei comuni del circondario. 
“Il rinvio della vendita -ha spiegato il primo cittadino, Antonio Fitto- era stato effettuato in attesa del parere legale, che non è mai venuto perché la questione è prettamente di natura tecnica ed è stata esaminata a monte dalla dirigenza dell’Ufficio Tecnico. Inoltre la legge ci impone di vendere, come risulta dal decreto relativo a immobili dismessi e non fruttuosi. Abbiamo anche l’esigenza di risistemare il Palazzo comunale. Si è pronti a dibattere quando si parla delle condizioni delle campane e dei putti che lo adornano, ma non quando si tratta di un problema strutturale. Infine, il valore del Foro Boario lo stabiliamo noi in via indicativa ma quello reale lo stabilirà il mercato: indiremo una gara e se dovesse prendere parte solo una persona vuol dire che la stima iniziale era giusta; se ci saranno più persone a richiederlo, è chiaro che il prezzo aumenterà. È la legge del mercato”.  
 
Angela Leucci