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I campioni siamo noi

L’Italia è partita alla volta del Sudafrica con la consapevolezza dei propri mezzi. Nonostante le deludenti amichevoli premondiali, l’ottimismo regna sovrano
 
Ogni qualvolta la nostra Nazionale di Calcio si accinge alla disputa di un Mondiale, i tifosi, come da copione, recitano a priori il “De profundis”. È vero, l’Italia vista sin qui non lascia tanto spazio all’ottimismo, ma il tutto si è verificato anche prima della vittoria in terra di Spagna nel 1982 e l’ultima in ordine di tempo in quel di Berlino. 
La rosa a disposizione di mister Marcello Lippi, compiendo un’analisi che assai si approssima all’asetticità, non sembra essere gravata di nessun particolare gap rispetto alle quotate avversarie. Tanto per cominciare la difesa può contare su due autentici fuoriclasse del proprio ruolo come Buffon e Chiellini. L’estremo difensore juventino è ormai da anni considerato il migliore al mondo insieme al brasiliano Julio Cesar. Quanto al roccioso difensore, non si intravedono colleghi che possano vantare doti più cospicue e varie. Inoltre non bisogna dimenticarsi che “Giorgione” fu eletto quale miglior difensore dell’ultima kermesse europea, nonostante la prematura uscita degli azzurri contro la fortissima Spagna di Aragones. 
Il centrocampo annovera due tra i migliori registi in circolazione: il milanista Pirlo ed il romanista De Rossi. Per quanto concerne il rossonero, le speranze di rivederlo in campo già nella gara contro la Slovacchia sono più che concrete. Il capitolino, invece, dovrà, una volta di più, dimostrare di saper giocare il suo magnifico calcio anche al di fuori delle mura domestiche. Le altre opzioni sono rappresentate dall’emergente Marchisio e dal fantasioso Montolivo, senza dimenticare il veterano Gattuso. In attacco, nonostante le mancate convocazioni di Cassano e Balotelli, Lippi potrà contare sul capocannoniere Di Natale, sui bomber Gilardino e Pazzini e sugli outsider Quagliarella e Pepe. Una nota a margine la merita Mauro German Camoranesi, reduce da un’annata balorda. Se l’italo-argentino ritrovasse una condizione accettabile, la sua fantasia e poliedricità rappresenterebbero una vera e propria manna dal cielo per il Ct. 
Insomma, non siamo da buttare. La nostra formazione titolare può giocarsela con qualunque avversario. Certo, il Brasile di Kakà e Robinho, e la Spagna di Xavi e Torres sembrano avere qualcosa in più, ma non bisogna dimenticare che se siamo campioni del Mondo un motivo deve pur esserci. In più, ricordarsi che in tutti gli sport esistono delle variabili non calcolabili, ad esempio gli infortuni, dovrebbe mettere un piccolo freno a chi, boriosamente, sente di aver già in mano l’agognata coppa. Il commissari tecnico, Marcello Lippi, sta svolgendo un lavoro profondo sulla mentalità dei suoi atleti, di concerto con una preparazione fisica atta a far sì che la condizione della squadra migliori di partita in partita. Il suo tanto amato “gruppo” sembra essersi formato, grazie anche alle tante critiche piovute dagli addetti ai lavori e, facendo un piccolo compendio, si è fortemente persuasi dall’idea che Berlino non sia poi così lontana. 
 
Francesco Covella