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Gli schiavi dei videopoker

Nei concorsi a premi legali le vincite non sono predeterminate e su 140mila partite non possono essere inferiori  al 75% delle somme giocate. Questi parametri ovviamente saltano nel gioco illegale
 
“Soldi soldi soldi…- gorgheggiava Betty Curtis nel lontano ’62 – chi ha tanti soldi vive come un pascià…” Questo il tormentone di molte persone che per la smania di fare un colpo da maestro e mettere nel portafoglio un bel pacco di euro, tentino la strada della fortuna. Bingo, superenalotto, schedina, gratta e vinci, i Monopoli di Stato hanno sfornato concorsi per tutti i gusti. Un fenomeno che investe anche internet ed è in costante aumento.   
I Monopoli di Stato hanno reso noto che la raccolta complessiva dell’anno 2009 è stata pari a 54.410 milioni di euro, con un incremento di 6.856 milioni (+14,4%) rispetto all’anno 2008 (47.554 milioni). La raccolta del mese di gennaio 2010 (5.224 milioni) ha un trend positivo (+15,5 %) rispetto al mese di gennaio 2009 (4.523 milioni). Insomma un’imponente massa di denaro che gli italiani utilizzano come obolo per la speranza. Cosa se ne ricava? Gioia per pochissimi, dolori per molti, catastrofi quando ci si infila nel tunnel del gioco d’azzardo e delle macchinette mangiasoldi. La disperazione che entra nelle case ha spinto mogli, figli, parenti a denunciare alla Guardia di Finanza di Lecce il dissesto economico determinato dalla passione per il videopoker. 
“Negli ultimi 15 giorni abbiamo effettuato numerosi controlli -afferma il capitano Antonio Sederino della Guardia di Finanza di Lecce- in seguito all’incremento di segnalazioni fatte dagli stessi familiari. Su sette controlli abbiamo rilevato quattro irregolarità per cui abbiamo disposto il sequestro e la confisca delle macchinette. L’operazione nel suo complesso ha riguardato i comuni di San Cesario, Torre dell’Orso, Galatina, Merine, con sequestro e confisca di 18 macchinette. Abbiamo trovato soldi in contanti per circa 300 euro a macchinetta, se consideriamo che i gestori fanno più prelievi nella giornata è facile capire che si tratta di un grosso introito per i gestori che dividono le somme con i distributori.” 
Il meccanismo è semplice: basta inserire un gettone e sperare di vedere allineati tre simboli uguali, un gioco legale che diventa illegale quando le macchinette sono manomesse e quindi poste fuori da qualsiasi controllo. “Di solito i gestori mettono le macchinette illegali in posizione appartata e,  servendosi di un telecomando, azzerano il gioco illegale quando sospettano che ci sia pericolo di un controllo. È questa la ragione -precisa il capitano Antonio Sederino- che ci spinge a intervenire in borghese aspettando il pagamento di un premio per contestare il reato di gioco d’azzardo e la violazione delle norme del Testo Unico Leggi di Pubblica Sicurezza. La sanzione applicata è pari a 4.000 euro per ogni macchinetta, oltre alla sospensione della licenza per un periodo variabile da uno a trenta giorni e il revoca della licenza in caso di reiterazione del reato.”  Il 17 febbraio scorso intanto è stato firmato un accordo tra Monopoli di Stato e Società italiana editori e autori per rendere più efficace la lotta all’utilizzo illegale degli apparecchi di intrattenimento e svago. Saranno svolti 20mila controlli in bar, pub, ristoranti, stabilimenti balneari, alberghi di cui sarà informata per via telematica l’Aams.