Cerca

Gli ambulanti “occupano” Porta Rudiae

Gli ambulanti spostati in piazzetta De Pace per motivi di “circolazione dei pedoni” e di “concorrenza tra esercizi commerciali”. Per tutta risposta gli “artigiani di strada” insorgono e “occupano” simbolicamente l’area antistante l’Accademia di Belle Arti

L’arte chiama arte. Non tutti sono d’accordo. A volte la grandezza inibisce. Come è per un musicista suonare per Beethoven, o per un pittore ritrarre Caravaggio. Questo tuttavia non spiegherebbe perché, camminando per il centro storico di Lecce, da piazza Sant’Oronzo, procedendo per corso Vittorio Emanuele, passando per il Duomo, e di lì verso la chiesa del Rosario e infine Porta Rudiae, è così facile imbattersi oltre che nei baluardi di una Lecce città d’arte, in chi l’arte la fa, per strada e al momento. Ritrattisti, caricaturisti, statue umane, spesso one-man band a tempo pieno, improvvisatori di pizzica, o comunque di una musica che diviene a suo modo e per forza di cose popolare, in un contesto in cui la tradizione inevitabilmente ma segretamente si impone.
Ciò che salta all’occhio sono anche quelle botteghe a cielo aperto, bancarelle coperte di oggetti multiformi, fatti a mano. C’è chi dall’arte, da una passione artigiana semplice e genuina, ha deciso di trarne sostentamento. Quelle bancarelle sono sempre lì, sembrano sempre le stesse. Un passante abituale non ci vedrebbe altro al loro posto. Telamoni e cariatidi, in agguato dalle chiese del tragitto, tantomeno. Il sindaco di Lecce invece ha disposto con un’ordinanza, dall’oggi al domani, lo spostamento di una parte di questa compagnia altrove. Ma a quanto pare l’estate non è la stagione adatta per rispondere alle ordinanze del Comune. Economia e turismo sono le voci in ballo. Probabile che se ne riparlerà in inverno. Intanto la protesta di questi “artigiani di strada” è partita.
Stando alle comunicazioni del Comune, è piazzetta de Pace la sede sostitutiva di corso Vittorio Emanuele. In base all’ordinanza, le vie del centro saranno concesse solo agli artisti di strada, cioè a “coloro, la cui attività non si esplica in atti di vendita in aree pubbliche”. I “realizzatori di opere d’ingegno” così denominati, sono trasferiti in “via sperimentale” di fronte alla scuola elementare “Battisti”. Tra le motivazioni addotte, si fa esplicito riferimento, oltre che alla “libera circolazione dei pedoni”, anche a una possibile concorrenza tra gli esercizi commerciali.
La settimana scorsa da piazzetta de Pace, da un sit-in foderato di slogan e striscioni come “Siamo artisti di Lecce città d’arte, ma il sindaco non è dalla nostra parte”, o “Lecce città d’arte e di cultura, ma a noi ci trattano come spazzatura”, è partita l’iniziativa: l’occupazione di Porta Rudiae e del piazzale di fronte l’Accademia di Belle Arti. “Piazzetta de Pace -spiega un artigiano- non è un luogo adatto per la nostra attività. Non riusciamo a incassare nemmeno il minimo indispensabile per sopravvivere. Ci spostiamo, Perrone ci ascolti”. Il punto strategico Porta Rudiae risolverebbe sia la questione della concorrenza perché, proprio in quella zona, non ci sono esercizi commerciali la cui attività possa essere turbata in qualche modo dalla presenza delle bancarelle. Sia il problema dei pedoni, perché la piazza antistante l’accademia, larga com’è, si presta al passaggio di un esercito. “Piazzetta de Pace è una zona prettamente commerciale. Il nostro lavoro non è valorizzato, non c’è flusso turistico e non possiamo contribuire in alcun modo a fare di Lecce una vera città d’arte come vorrebbe essere. Speriamo che il sindaco non mandi i vigili a multarci, anche perché la nostra è una proposta che supera le problematiche evidenziate nell’ordinanza”.
Stando alle dichiarazioni dei manifestanti, l’estate, periodo in cui si gioca il grosso del flusso turistico, non si presta bene a esperimenti di questo tipo. Soprattutto se il rischio è di natura economica. Il pericolo di perdere buona parte dei guadagni è troppo alto per aver riguardo dell’ordinanza del Comune. “Agosto è il mese peggiore per sperimentare, meglio rimandare a settembre, quando proponiamo di discutere con calma una definitiva regolamentazione. Qui non possiamo restare. Siamo brava gente, viviamo onestamente tra mille ristrettezze economiche, non andiamo a rubare ma cerchiamo di guadagnare quel poco che serve mettendo a frutto il nostro ingegno e la capacità artistica di realizzare oggetti”. Intanto la protesta è partita, e i lavori dell’ingegno sono ripresi.

Alessandro Tomaselli