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Gentile direttore,

la scorsa settimana si è chiusa la caccia. Premetto che non sono un ambientalista fanatico, né tantomeno sono iscritto ad associazioni animaliste. Nutro, tuttavia, un grande rispetto per la flora e la fauna.
Domenica scorsa, trovandomi nella piazza del mio paese (Scorrano) mi sono imbattuto in un capannello di cacciatori che raccontavano come avevano concluso la loro stagione. Chi mi ha colpito è stato un giovane sui 25 anni che ha pronunciato queste testuali parole: “Mamma mia, per quanto ho sparato mi fischiano ancora le orecchie. Oggi ho ucciso una trentina di tordi e più di cento fringuelli. Avrò sparato più di quattrocento cartucce”. Si rende conto di quale bravata si vantava questo ragazzo? Tra l’altro, se non erro (ma come ho detto prima non sono un esperto e potrei essere smentito), il fringuello è un uccello protetto. Al di là di quest’ultimo fatto, si tratta sempre di comportamenti a mio modo di vedere esecrabili. Cosa crede di aver fatto questo ragazzo? È per soggetti del genere che l’attuale governo ha deciso di deregolarizzare ulteriormente la caccia?
Lo so che i cacciatori non sono tutti così, ma basta uno come il ragazzo che ho appena descritto a dover spingere i nostri amministratori a rafforzare i vincoli ed i controlli su chi pratica la cosiddetta “arte venatoria”. La caccia, se praticata con coscienza, può essere un hobby come gli altri, ma sinceramente non ritengo che la coscienza sia una dote di alcuni “Rambo” della domenica, che praticano questo sport per il solo gusto di sparare quattrocento cartucce.
Un cordiale saluto.
 
Lettera firmata – Scorrano