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“Gallipoli sia perla dello Ionio, non regina dello scandalo”

È l’opinione di Roberto Giurgola, portavoce del Comitato Cittadino di Liberazione, che si batte perché l’immagine di Gallipoli non sia legata solo alle polemiche delle ultime settimane: “Gli amministratori devono creare le condizioni perché turismo di massa e turismo culturale possano convivere pacificamente”

 

Ci eravamo lasciati prima della pausa estiva con una copertina dal titolo “Gallipoli regina dell’estate” nella quale analizzavamo quanto di meglio la città bella poteva offrire alle migliaia di visitatori. Un luogo dove sembrava che le due differenti anime del turismo, quello “di massa” (che predilige soprattutto la movida notturna e la frequentazione di discoteche e locali sul mare) e quello “culturale” (più tranquillo, esigente e a misura di famiglia) avessero trovato un modo di coesistere pacificamente. Sembrava, infatti, e ci sbagliavamo. Le polemiche e il tam tam mediatico delle ultime tre settimane, con tanto di foto di ragazzi che dormono in strada o in tende in spiaggia e un video hard realizzato con uno smartphone in pieno centro città (la spiaggia della Puritate, per l’esattezza), senza contare la sporcizia e la caos, hanno dimostrato che ancora tanto c’è da fare per creare le condizioni per una civile convivenza.  

L’estate è anche questo, come negarlo, e Gallipoli in agosto è la meta preferita di tanti giovani in cerca di tanto divertimento a basso costo. Ma della Gallipoli città d’arte, della bellezza autentica e delicata che questa città ha saputo regalarci fin dalle sue origini, della sua storia antica e affascinante, dei suoi gioielli che ne è stato? Lo abbiamo chiesto a Roberto Giurgola, portavoce del Comitato Cittadino di Liberazione di Gallipoli, un movimento nato da poco ma che raccoglie tutte le voci dei cittadini gallipolini che rivendicano un ritorno ad un’identità cittadina che si sta perdendo.

Giurgola, qual è lo spirito con cui è nato il Comitato Cittadino di Liberazione di Gallipoli?

Abbiamo voluto semplicemente dar voce a delle istanze che preesistevano il Comitato. È nato per le strade, spontaneamente, dai discorsi dei cittadini, dalle lamentele che venivano fuori quando si sentiva la voglia di condividere con gli altri un auspicio, un desiderio. Quello di valorizzare e tutelare l’altra anima della nostra amata città, quella che resta quando tutti vanno via, quando finisce l’estate e che per tutto il resto dell’anno ci regala piacevoli momenti di grande bellezza artistica e culturale. Perché Gallipoli è anche questo. Non dobbiamo dimenticarcene. Gallipoli è e resta la perla dello Ionio e noi vogliamo che questa bella definizione torni presto in auge.

Qual è il significato vero di questa definizione?

È un ritorno agli antichi valori, al ruolo di regina dello Ionio che spetta di diritto alla “città bella”, non solo in quando meta che vanta le discoteche più in voga del momento, che pure vanno sostenute e apprezzate, ma anche in quanto città dalla storia straordinaria, crocevia di popoli e incontri antichi. Basti pensare che Gallipoli, nei secoli dell’Alto Medioevo, rivestiva un ruolo centrale nel mercato dell’olio. La nostra città conta numerosi frantoi ipogei e la bellezza di 17 chiese aperte al pubblico al cui interno è apprezzabile un capitale pittorico e artistico non indifferente. Noi dobbiamo parlare di perla dello Ionio anche e soprattutto per questo e pertanto invitiamo gli artigiani e tutti coloro che si occupano di creare i souvenir della città a riportare sempre questa bella definizione sulle proprie creazioni, come pure invitiamo l’Amministrazione comunale a esibirla nel corso di manifestazioni ed eventi di ogni tipo. 

Il primo suggerimento che vorreste dare per una maggiore vivibilità della città?

A noi sta molto a cuore la viabilità. Questo perché nel mese di agosto diventa davvero difficile riuscire a raggiungere l’altro capo della città a causa del traffico disordinato ed eccessivo. Sarebbe utile, a tal proposito, migliorare il servizio pubblico attraverso l’impiego di navette che consentano una maggiore viabilità, che permettano di spostarsi in città senza troppo stress. Ad esempio si potrebbero creare dei parcheggi per le auto esterni alla città, e da lì far partire dei mezzi che li colleghino al centro. Questo porterebbe ad un immediato miglioramento dell’estetica e della vivibilità della città, ma costituirebbe anche un’occasione nuova per la creazione di posti di lavoro.

Qual  è quindi il vostro auspicio? 

Noi ci auguriamo che Gallipoli possa vivere il turismo non solo un mese ma 365 giorni all’anno, in maniera diversa, chiaramente, a seconda delle stagioni, ma vorremmo che tutte le risorse della città fossero valorizzate. Noi non siamo contro il turismo di massa e questo vogliamo ribadirlo. Noi vogliamo che torni viva l’altra anima della “città bella” e per questo invitiamo al recupero di un’identità che stiamo perdendo. Il nostro Comitato, che attualmente conta 1.460 sostenitori nel web, è un’occasione di scambio di opinioni e suggerimenti, una realtà che intende dar voce ai cittadini gallipolini e ai loro diritti. 

 

Ma il Pronto Soccorso del “Sacro Cuore” è da codice rosso 

 

La massiccia affluenza di turisti ma soprattutto il target turistico in questione hanno comportato, nel mese di agosto, un’importante dose di disagi. Le 450mila presenze hanno, infatti, rischiato di mandare in tilt il pronto soccorso dell’ospedale “Sacro Cuore” dove gli utenti sono più che raddoppiati, passando dai 65-70 al giorno nel mese di marzo, ai circa 150 del mese del solleone, proprio quando il personale sanitario chiede -giustamente- il proprio periodo di ferie.

Al di là dei numeri però, che comunque rivelano l’inadeguatezza delle risorse per far fronte alla congestione: il Pronto Soccorso sulla via per Alezio è risultato il più disastrato, avendo perso per strada 5 medici, fra dimissioni e cambio di incarichi, riducendo il numero dei medici in servizio da 13 a 8 (fonte: Comitato Mano Amica). La caratteristica delle difficoltà di gestione del Pronto Soccorso gallipolino sta nella tipologia degli accessi, visto che da oltre due mesi la “città bella” ospita lo sballo giovanile e le intemperanze delle discoteche, che, in altre parole, significa continui arrivi di impasticcati, ubriachi e scompensati al Triage del “Sacro Cuore”. 

“Il problema di Gallipoli, infatti, non è tanto il raddoppio -conferma il primario Antonio Girau-. Anche a Copertino, ad esempio, d’estate l’utenza raddoppia, però si tratta dell’incidente, di una puntura o di una fasciatura. Qui, invece, siamo di fronte all’intossicato o all’alcolista, che sono situazioni difficili da gestire. Quando arriva un soggetto in stato di agitazione da sballo, occorrono 4-5 persone per fermarlo. Inoltre -aggiunge il dottor Girau- è un malato che spesso non si riesce a definire e va trattenuto e gestito con personale di sorveglianza anche la sera”. 

Occorre, tra l’altro, tener presente che a Gallipoli arrivano anche i pazienti del bacino di Racale (Torre Suda), Taviano (Mancaversa) e Melissano. Dall’area nord, inoltre, afferiscono anche gli utenti da Galatone, Sannicola, Nardò e relative marine.

Dati preoccupanti emergono anche dalla relazione delle Forze dell’ordine in merito all’operazione “Estate Sicura”: 42 denunce in stato di libertà per vari reati e oltre 150 violazioni amministrative contestate nell’ultimo week-end. La notte del 31 agosto, solo per citare un esempio, ha portato i seguenti risultati: cinque soggetti sono stati deferiti in stato di libertà per reati inerenti sostanze stupefacenti. Per ben 33 automobilisti é scattato il deferimento in stato di libertà per guida in stato di ebbrezza per l’alto tasso alcolemico presente nel sangue, superiore alla soglia minima. Il numero di denunciati, già di per sé sconcertante, si aggrava se si pensa che la maggior parte di questi ha meno di 30 anni.

 

Patrizia Miggiano