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Futuro incerto per il Museo “Castromediano” e la Biblioteca “Bernardini”

Axa presenta alla Provincia di Lecce un conto di 365mila euro come risarcimento per la gestione dei due contenitori culturali. Ma per Gabellone la colpa è dei tagli al bilancio dovuti alla riforma Delrio 

 

Un terremoto è in corso tra la Provincia di Lecce e la società Axa di Giampiero Corvaglia, scatenato dalla revoca del bando vinto dalla stessa Axa relativo alla gestione del Museo provinciale “Sigismondo Castromediano” ed il Convitto Palmieri con annessa Biblioteca “Nicola Bernardini” e chiesa di San Francesco della Scarpa. Axa chiede alla Provincia un risarcimento di circa 365mila euro. Si tratta dei costi sostenuti dall’azienda da aprile del 2014 a maggio 2015 per partecipare al bando di gara indetto da Palazzo dei Celestini nella primavera di due anni fa e gestire il Museo provinciale e la Biblioteca, affidati ad Axa a seguito di un bando da 2 milioni e 458.834 euro. Il contratto di affidamento in realtà non è mai stato sottoscritto ufficialmente e la società ha lavorato sino a metà dello scorso anno a mezzo servizio, soltanto attraverso il front-office. 

I problemi tra Axa e Provincia sono iniziati già nel marzo 2015, quando venne stilato l’ordine firmato dal dirigente provinciale Rocco Merico con cui l’Amministrazione provinciale ha interrotto immediatamente ogni attività negli immobili provinciali. Oltretutto, Palazzo dei Celestini sostiene come la situazione si è andata ad aggravare con la riforma Delrio, a causa della quale sono venute a mancare le risorse utili per la copertura del bando. La questione ancora più incresciosa è che ben 29 dipendenti hanno perso il loro posto di lavoro. Ora, però, la società pretende dalla Provincia il risarcimento danni. “Visto che la gara ormai era stata bandita, aggiudicata e le prestazioni erano state avviate -chiarisce il legale di Axa, l’avvocato Alberto Pepe- la Provincia, anziché, disporre la revoca degli atti di gara, avrebbe dovuto adoperarsi attivamente valutando l’effettiva struttura economica dell’appalto al fine di trovare soluzioni e, comunque, meno penalizzanti per l’aggiudicatario”. 

Per il presidente della Provincia Antonio Gabellone tutto è stato fatto con correttezza: “La Provincia è inerme dinanzi ai tagli del governo, si ricordi al tal proposito la chiusura della ICO Tito Schipa”. Di fatto, ad oggi, il futuro alcuni dei più importanti contenitori culturali del capoluogo salentino rimane un’incognita. 

 

Gian Piero Personè