Sarà presentato il prossimo 16 dicembre il progetto di Confesercenti e Assoturismo Puglia per promuovere l’offerta turistica del nostro territorio
Il territorio pugliese (ed in particolare modo quello salentino) costituisce oggi una delle destinazioni turistiche di maggior successo nel panorama nazionale ed internazionale. Tutto ciò è certamente dovuto alle bellezze naturali, artistiche e culturali insite nel territorio, ma il merito è senz’altro da attribuire anche all’impegno degli operatori turistici che quotidianamente cercano di realizzare quel valore aggiunto per rendere il Salento sempre più appetibile.
E proprio la voglia di promuovere il brand ‘Salento’ sarà oggetto del meeting “FlySalento. Un progetto per far decollare il turismo” che si terrà il prossimo 16 dicembre presso l’Hotel President di Lecce. L’iniziativa nasce in seguito ad una ricerca congiunta di Confesercenti e Assoturismo Puglia, con la collaborazione delle sedi provinciali di Lecce, Brindisi e Taranto e con l’Università del Salento, nello specifico il Dipartimento di Studi Storici all’interno del progetto Fixo. Il convegno avrà inizio alle 9.30 con l’apertura dei lavori da parte del Presidente Confesercenti Puglia, Ottavio Severo. Il progetto “FlySalento” sarà presentato dal presidente di Assoturismo Puglia, Massimo Rota, il quale spiegherà come l’obiettivo da raggiungere sia quello di effettuare un’operazione di consolidamento dei mercati già esistenti e successiva apertura ai mercati emergenti. A presenziare l’incontro, tra gli altri, vi saranno il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, l’assessore al Turismo della Regione Puglia, Magda Terrevoli, ed il presidente nazionale di Assoturismo, Claudio Albonetti.
“Il progetto è il risultato di una ricerca nella quale sono stati evidenziati i dati riguardanti la consistenza dell’offerta turistica del territorio Grande Salento”, come spiega il presidente Massimo Rota, il quale aggiunge che “sono stati analizzati i dati dell’offerta turistica nelle diverse tipologie di strutture per l’accoglienza e la consistenza per quanto riguarda il numero di posti letto ad esse associato. Il tutto è stato abbinato con i dati riguardanti i flussi turistici, ossia arrivi e presenze sul territorio. Da questo confronto è emerso che purtroppo il nostro è un turismo ancora molto legato al territorio italiano e ancor più alla nostra regione, basti pensare che il 30% delle presenze vengono dalla regione Puglia. Quindi il turismo pugliese è fatto di un turismo di pugliesi e solo il 12% proviene da paesi al di fuori dell’Italia”.
Analizzando il tasso di occupazione lorda delle aziende, considerato il termometro della salute delle imprese turistiche, è emerso che questo non arriva al 17%, inserendo il Salento in una posizione di inferiorità rispetto alla media del territorio nazionale (24%). “Questo è un segnale della debolezza delle nostre aziende -commenta Rota- e dell’eccessiva stagionalizzazione della nostra offerta turistica”. Tutto ciò è stato poi confrontato con i dati riguardanti una regione affine alla Puglia, la Sicilia, che, nonostante offra meno posti letto, ha un tasso di occupazione lorda pari a quello del territorio nazionale e registra il 40% di presenze straniere. Questo è dovuto alla capacità della regione di saper sfruttare al meglio le proprie potenzialità, considerando che la Sicilia è molto meglio collegata al resto d’Italia e d’Europa rispetto al Salento. Negli aeroporti siciliani sono stati registrati circa 11 milioni di passeggeri, mentre in quelli pugliesi solo 3 milioni e mezzo (dati relativi al 2007).
Questo studio ha portato a maturare la convinzione che il problema da risolvere con maggiore urgenza, tra gli altri, è quello legato ai collegamenti. Sarà quindi in occasione del convegno che si proporrà “una replica seppure semplificata di un sistema che è già stato attuato in Emilia Romagna” spiega ancora il presidente Rota. La sfida che verrà lanciata sarà la costituzione di un consorzio degli operatori turistici all’interno delle tre province del Grande Salento che gravitino intorno all’Aeroporto di Brindisi e che siano disposte ad investire capitali per la realizzazione di nuovi collegamenti di voli charter dedicati esclusivamente al turismo con destinazioni da definire in itinere. Sarà chiesto un intervento anche alle istituzioni per una migliore commercializzazione del nostro prodotto turistico, per riuscire a “pacchettizzare” l’offerta turistica e posizionare il prodotto sul mercato in maniera più efficace.
Laura Castelluzzo