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Fini: “Sud e ricerca la priorità per il futuro”

Il presidente della Camera Gianfranco Fini (nella foto) durante l’inaugurazione dell’anno accademico, non si è lasciato sfuggire l’occasione per sottolineare le contiguità tra le difficoltà del Mezzogiorno e quelle che riguardano l’Università: “Investire sui giovani e l’istruzione significa svecchiare i processi produttivi, significa rendere le imprese non solo del Sud più moderne e competitive; in altri termini significa dare vita ad un circolo virtuoso capace di rilanciare l’economia e uscire dalla crisi. Questo potrebbe arginare quel fenomeno in espansione della fuga dei cervelli. Se, come si dice tante volte investire sulla ricerca è strategico, puntare al rilancio del meridione è interesse nazionale. Se è vero che è ai giovani che dobbiamo guardare, allora le risorse devono essere reperite anche se in questa congiuntura economica particolare le risorse sono sempre inferiori a quanto si ritiene siano necessarie”.
Per Gianfranco Fini però esistono delle priorità e questo è compito del Governo: “La limitatezza delle risorse non deve mai costituire un alibi dell’inerzia né sul piano individuale né ai diversi livelli di elaborazione e attuazione delle politiche pubbliche. Quale che sia l’entità delle risorse disponibili l’accento va posto urgentemente sulla definizione qualitativa del loro impiego con la selezione degli obiettivi prioritari su cui concentrarsi. In secondo luogo è necessario individuare sedi e procedure agili di coordinamento tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti nel conseguimento degli obiettivi. In terzo luogo bisogna definire strumenti di controllo sui tempi di esecuzione dei progetti. Peraltro, nell’era della sussidiarietà, credo che occorra attivare, se necessario, il meccanismo dell’applicazione automatica di procedure sostitutive in capo allo Stato così da sanzionare quegli enti territoriali che causano la perdita a livello locale dei fondi stanziati”. Fini ha lanciato l’idea di costituire un grande Politecnico meridionale, “un solido pilastro del sapere scientifico per evitare il depauperamento del Mezzogiorno da risorse umane, intelligenze e capacità, fattori indispensabili per rimettere in moto la macchina dello sviluppo. È essenziale certamente costruire infrastrutture, combattere l’illegalità, garantire giustizia sociale ma è essenziale puntare sul sapere delle genti del Sud. Perché se i migliori se ne vanno, se si sentono abbandonati a se stessi e finiscono per perdere speranze e determinazione, allora davvero il Sud rischia di non avere futuro. È un monito che impone al mondo accademico e a quello politico di evitare che questo accada”.
Fini ha quindi sottolineato l’importanza del sapere tecnico scientifico che può essere incentivato “alimentando un circuito virtuoso ed efficace tra formazione, lavoro e impresa”.