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Fersino: “Le dimissioni dei consiglieri? Un’operazione da sciacallaggio politico”

L’ex vicesindaco e attuale leader di Liberacittà in un comizio infuocato ha snocciolato situazioni ed avvenimenti che hanno determinato la fine anticipata della consiliatura De Masi
 
Da più di due settimane il Comune d Casarano è commissariato per la gestione provvisoria dell’amministrazione dell’ente. Il prefetto Mario Tafaro ha dato incarico a Giovanni D’Onofrio di traghettare la città fino alla primavera del 2012 quando, a meno di tre anni dall’ultima consultazione elettorale per le comunali, si ritornerà alle urne per eleggere sindaco e Consiglio comunale. Il commissario prefettizio sarà coadiuvato nell’esercizio delle sue funzioni da due sub commissari, il viceprefetto aggiunto Marilena Sergi e la dirigente del Servizio Contabilità e gestione finanziaria presso la Prefettura, Rosa Maria Simone.
Intanto non si placano le polemiche per ciò che determinato lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale a seguito delle dimissioni di 11 rappresentanti del popolo. “Il sindaco non si è piegato ai loro ricatti ed è per questo che l’amministrazione De Masi è caduta”, è il commento di Francesca Fersino, espresso durante un infuocato comizio che la ex vicesindaco ha tenuto in piazza per lanciare accuse pesanti e per raccontare le proprie verità di due anni di governo cittadino. “L’amministrazione uscente ha salvato il Comune dalla bancarotta -ha ribadito la leader del movimento civico Liberacittà, che ha poi snocciolato gli “sconfortanti dati del debito dell’ente all’atto dell’insediamento del sindaco Ivan De Masi” e rivelato un “patto segreto trasversale tra l’opposizione ed un esponente del Pd in Consiglio comunale per mandare a casa De Masi”. 
“Abbiamo affrontato una situazione drammatica dal punto di vista finanziario ed economico -ha affermato ancora la Fersino-. Il Comune era sull’orlo di una bancarotta e c’erano aziende che rischiavano il fallimento perché attendevano da anni di essere pagate. L’istituzione della società patrimoniale ha permesso di ottenere un finanziamento di 3 milioni e 800mila euro, di cui 2 milioni sono serviti per coprire i debiti della Monteco e con il resto è stato possibile pagare gli stipendi ai dipendenti”. 
La leader di Liberacittà, accompagnata sul palco dal gruppo consiliare del suo movimento composto da Emanuele Legittimo, Aurelio Bello e Massimo D’Aquino, ha poi affrontato inevitabilmente il tema delle motivazioni che hanno spinto gli 11 consiglieri a rassegnare le loro dimissioni, interrompendo di fatto il mandato amministrativo di Ivan De Masi. “La loro è stata un’operazione da sciacallaggio politico -ha ripetuto l’ex vicesindaco-. Ci sono state alcune riunioni ‘carbonare’ tra il Pd e il Pdl, perfino nella sede istituzionale del Pdl, con la supervisione dei suoi vertici, per interrompere la consiliatura. E per la verifica della contropartita ottenuta dal Pd basterà aspettare qualche giorno ancora e tutto sarà evidente”.
Infine, una clamorosa rivelazione che ha fatto tornare alla memoria il caso Malerba. La vicesindaco uscente, mostrando al pubblico e ai cronisti la relativa corrispondenza, ha rivelato che un’azienda barese attiva nel settore della logistica integrata aveva chiesto al Comune 4 ha in lotto unico per un investimento da realizzare subito, con un’ipotesi occupazionale di 250 unità. L’avvio del procedimento era stato formalizzato il 30 marzo, sei giorni prima della caduta di De Masi. “L’interruzione della consiliatura, però, ha bloccato l’investimento -ha concluso la Fersino-. Ecco i danni che questi signori hanno fatto alla città”. 
 
Daniele Greco