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Ferrovie del Sud Est, tutto da rifare

La tragedia avvenuta sulla tratta Corato-Andria delle Ferrovie del Nord Barese ha evidenziato i problemi irrisolti dei trasporti pugliesi di cui le nostre FSE, con i loro scandali e sprechi, sono degne rappresentanti  

 

Una situazione economico-finanziaria drammatica, che con oltre 350milioni di euro necessità di una soluzione immediata. E per le Ferrovie del Sud Est nelle scorse settimana ne era stata individuata solo una, quasi obbligata. Per Andrea Viero, commissario straordinario della società di trasporti pugliesi a partecipazione pubblica, l’unica strada da seguire è quella dell’incorporazione per fusione delle FSE con le Ferrovie dello Stato; una soluzione perseguibile con il passaggio dei debiti dal Ministero dei Trasporti, socio unico dell’azienda, a quello dell’Economia (anche se a condizioni diverse) che escluderebbe la necessità di ricorrere ad una gara. Secondo il Commissario straordinario l’incorporazione garantirebbe la continuità aziendale, anche perché potrebbe concretizzarsi già a settembre. Tutto questo nonostante l’interesse mostrato nelle ultime settimane dei privati all’acquisizione della società pugliese. 

E anche quest’ultima sembra oggi una nuova alternativa di vendita. L’ultima soluzione presentata per salvare le Ferrovie del Sud Est prevede infatti la cessione del segmento del trasporto su ferro alle Ferrovie dello Stato, mentre quello relativo al trasporto su ruote spetterebbe ai privati dietro gara d’appalto. In questo ultimo settore, una delle papabili pretendenti è la NTV (Nuovo Trasporto Viaggiatori), società che ha tra gli azionisti Luca Cordero di Montezemolo, Andrea Della Valle, Gianni Punzo, Intesa Sanpaolo e Generali. La principale concorrente di Trenitalia pare si fosse interessata all’inizio all’intera acquisizione delle FSE e oggi potrebbe spostare l’attenzione sul trasporto su gomma, tanto è vero dallo scorso 26 giugno due suoi automezzi (gli Italobus) collegano Potenza, Matera e Taranto alla stazione di Salerno.

La strada della cessione delle Ferrovie dello Stato avrebbe poi un’altra conseguenza, cioè il congelamento dei 100milioni di euro del ministro Graziano Delrio, che Viero considera al momento non necessari. 

Dietro la crisi economico-finanziaria dell’azienda pugliese, però, permangono i disagi e i disservizi da sempre lamentati dagli utenti. Da questo punto di vista è ancora tutto fermo, come lo è anche il raddoppio del binario tra Corato e Andria sul quale lo scorso 12 luglio due treni delle Ferrovie del Nord Barese si sono scontrati frontalmente, provocando la morte di oltre 27 persone e oltre50 feriti. Una tragedia che si sarebbe potuta evitare se fosse stato completato il progetto finanziato dall’Unione Europea nel 2012 e risalente addirittura nel 2007; un piano che prevedeva numerosi interventi di miglioramento del servizio ferroviario del nord barese, tra cui proprio il doppio binario nella tratta teatro di questa disgrazia. Un binario unico, lo stesso sistema di trasporto su cui da sempre si basa proprio il servizio ferroviario delle FSE in Salento. 

 

Il disastro economico corre sulle rotaie (e su strada)

 

Una gestione “dalla forte autonomia” che “travalica la pur ampia monosoggettività dell’organo”, con un Collegio sindacale la cui attività di controllo veniva “fortemente ostacolata”. Questi passaggi della relazione stilata dal commissario Andrea Viero descrivono l’assoluta arbitrarietà della gestione diLuigi Fiorillo, amministratore delegato delle Ferrovie del Sud Est. Una gestione che ha portato alla grave crisi in cui tutt’ora versa la società: circa 350milioni di debiti accumulati in 23 anni, con bilanci considerati “opachi e per nulla trasparenti”. Spese pazze quelle effettuate da Fiorillo, come i 7milioni per un contratto di Co.Co.Co. di 7 anni assegnato a sé stesso o le consulenze esterne e le esternalizzazioni che hanno pesato per ben 272milioni di euro; spese, quest’ultime, che hanno inciso per il 647% sui costi di manutenzione, pari a 42milioni. 

Fiorillo, accusato di peculato e abuso d’ufficio, ha compensato con 5 milioni tre consulenti per la gestione dell’archivio, componenti dello suo stesso nucleo familiare, mentre sono 73milioni gli euro elargiti a due avvocati per contenziosi e consulenze e sono 294mila euro quelli destinati allo studio legale di Marcello Vernola. 

Questi sono solo alcuni dei numeri della gestione di Fiorillo, al quale sono stati di recente sequestrati due polizze vita e un conto corrente, per un ammontare di quasi 4milioni di euro, beni per un valore di 12milioni di euro ed ha subito un sequestro conservativo per un presunto danno erariale di 4,5milioni. 

 

Alessandro Chizzini