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Educatore? No, dirigente

Polemiche per la promozione da parte della Asl/Le di alcuni educatori professionali a dirigenti
 
Anno fortunato per i 27 educatori professionali dell’Asl che, fortunati loro, sono stati miracolati dalla direzione generale. È bastata una semplice delibera e il loro status è passato da educatore a dirigente, il loro stipendio lievitato a 260mila euro. Come è noto la gioia di qualcuno spesso è causa di infelicità per qualcun altro. Così è stato per gli educatori professionali rimasti fuori da questa fortunata tornata. 
Nel 1981, dopo aver superato un concorso che richiedeva come unico requisito il diploma, fu assunto un gruppo di educatori. I laureati che pure parteciparono e vinsero non ebbero alcun vantaggio dall’essere in possesso di un titolo di studio superiore. A scompaginare le carte è intervenuta la Legge regionale n. 45/08, che all’articolo 18 equipara gli educatori laureati alla dirigenza sanitaria non medica. L’Aifi e l’Ordine degli Assistenti sociali ha denunciato quello che ritiene essere un abuso e il Consiglio dei Ministri il 20 febbraio 2009 ha impugnato la legge dinanzi alla Corte Costituzionale. Già la Legge regionale aveva creato forti contrasti perché giudicata discriminatoria nei confronti di professionisti con lo stesso percorso formativo. La Regione Puglia si difese supportando le sue scelte con una sentenza del Consiglio di Stato sez. V del 13 luglio 1994, n. 763 che, sempre secondo il punto di vista della Regione, giustifica la promozione ope legis dell’educatore professionale. Nella legge regionale il CdM ha ravvisato cinque motivi di illegittimità ma, incurante del giudizio pendente, l’Azienda sanitaria leccese ha adottato la delibera e promosso gli educatori a dirigenti.
(M. M.)