Cerca

Mal di Tac

Nello scorso fine settimana quattro apparecchiature diagnostiche in altrettanti ospedali della provincia di Lecce hanno avuto problemi, e tre di queste non hanno funzionato affatto. Un nuovo campanello d’allarme per una sanità come la nostra, che presenta al tempo stesso zone d’ombra e punte di eccellenza. Intanto, i vertici della Asl Lecce gettano acqua sul fuoco e assicurano che le Tac obsolete verranno presto sostituite 
 
Quattro Tac non funzionano e gettano nella paura la sanità leccese. A Nardò, Casarano e Gallipoli le apparecchiature hanno smesso di funzionare lo scorso fine settimana, e a Copertino si è guastata la sviluppatrice, impedendo la possibilità di stampare il referto. Certo, nello scorso fine settimana non c’è questa grande necessità, a parte qualche urgenza, ma in attesa della settimana lavorativa e del solito lunedì campale la situazione sembrava non essere delle più rosee. Alla nostra uscita, si parlava della notizia, non confermata, ma proveniente da ambienti sanitari, che le Tac di Nardò e Gallipoli fossero tornate a posto. In ogni caso, c’è grande attesa per quattro nuove apparecchiature di ultima generazione, che erano state già richieste in tempi non sospetti. Un caso che ha messo l’allerta anche nel 118, che ha dovuto aiutare negli spostamenti: perché se l’urgenza veniva deviata verso un nosocomio con la Tac guasta, il paziente veniva reindirizzato verso quello con la Ta funzionante più vicino, da Nardò a Lecce, da Copertino a Galatina e così via. 
Attrezzature obsolete, quelle delle Tac nel Salento, ma che fino a qualche giorno fa compivano ancora il proprio dovere. Il vero problema è che questi guasti si sono concentrati nella fascia centrale del territorio salentino: come in un buco nero, il centro della nostra penisola, è sembrato risucchiato da questa “emergenza Tac” che, tuttavia, assicurano dai vertici Asl, si risolverà a breve. Deve risolversi, per non accumulare ritardi su ritardi, intasamenti dovuti alle urgenze che via via con i giorni rischiano di generarsi, negli ospedali dove le apparecchiature funzionano ancora. È apparso preoccupato persino il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale, Guido Scoditti, che ha dichiarato alla stampa: “Bisogna correre ai ripari, mi darò immediatamente da fare per risolvere l’emergenza, ma per fortuna ci sono gli altri ospedali pronti a coprire le urgenze. Il guaio è serio e merita risposte in tempi rapidi, il rischio è che si allunghino le liste d’attesa. Purtroppo le riparazioni sono un palliativo, perché queste macchine sono obsolete e non possono sopportare lunghi utilizzi. Per le quattro nuove apparecchiature di ultima generazione che acquisteremo è stato sottoposto al nucleo di valutazione il bando di gara, ma non si avranno fino al prossimo Natale”. Intanto, comunque, il danno stimato a Gallipoli e Nardò è apparso subito riparabile in un giorno e non grave, mentre più problematico è apparso il guasto di Casarano. La questione della sanità in provincia di Lecce è sempre vagliata da una lente d’ingrandimento che ne mette in risalto le pecche. Come il rinnovo dell’epidurale presso il “Vito Fazzi”, che nelle scorse settimane ha accentrato su sé le diatribe sanitarie. Ma, di fatto, a volte scorgiamo nella sanità il vulnus delle cose che proprio non vanno nel nostro Paese. Non a torto, anche se a volte sembra che il detto “fa più rumore un albero che cade, piuttosto che una foresta che cresce” sia accostabile alla situazione sanità. 
Il problema c’è ed è tangibile, ma per ogni questione sanitaria che salta all’occhio del cittadino bisogna chiedersi: quali sono i diritti del paziente? A chiarire queste domande, da alcuni anni esiste il servizio volontario del Tribunale dei Diritti del Malato, un organo che sprona da sempre la sanità a migliorarsi in un’ottica di ricerca del bene comune della collettività intera. Perché la sanità è la cartina tornasole dell’intero sistema Regione, o, se vogliamo, del sistema Stato: questo non vuol dire che gli altri settori del buon governare siano meno importanti, ma una cattiva sanità è la principale ragione di malcontento di un popolo. Perché il diritto alla salute è nell’immaginario collettivo il diritto primario, dopo cui vengono tutti gli altri, ma, in fondo, la nostra vita, senza la salute, cos’è? Forse è per questo che quando si incontrano gli amici e ci si interroga sui nostri guai, economici, sentimentali o di altra natura, sembra quasi liberatorio dire: “Almeno abbiamo la salute”.
 
Angela Leucci