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Dopo il passaggio di consegne in Provincia, impazza il toto-assessori

 

Una volta celebrato il cambio della guarda a Palazzo dei Celestini tra Pellegrino e Gabellone, l’attenzione si sposta sulla nomina della Giunta. Il governo dell’ente sarà composto da dodici assessori, tre dei quali attribuiti alle “quote rosa”

 

Dopo il voto, le pacche sulle spalle ed i festeggiamenti di rito, per il centrodestra e per Antonio Gabellone (nella foto) venne il tempo del “fare”; del resto, così come promesso da due mesi a questa parte visto l’impegno dichiarato e scritto a caratteri cubitali nello slogan che è poi diventato il leit-motiv di tutta la campagna elettorale (“Noi preferiamo fare”).
L’ “ora x” è scattata il 26 giugno scorso, quando a Palazzo dei Celestini c’è stato il passaggio di consegne tra il presidente “uscente” e quello “entrante”. L’ex sindaco di Tuglie ha avuto un primo contatto con quello che per i prossimi cinque anni sarà il suo quartier generale, ovvero l’ufficio a lui riservato. Una stanza che probabilmente Gabellone ora proverà a rimodernare, disegnandolo a sua misura non solo dal punto di vista ‘politico’, ma anche strutturalmente, se non altro perchè il secondo invito gli è giunto direttamente proprio dallo stesso Pellegrino, per  uno slancio di sagace ironia dell’avvocato utile per rendere meno accademica l’incombenza del cambio di guardia a palazzo. Battuta a parte, Gabellone  ora proverà davvero ad impostare l’attività dell’ente secondo il suo credo politico. A partire dalla già annunciata ridefinizione di alcuni settori della macchina organizzativa della Provincia. Innanzitutto, sarà rivista la funzionalità dell’ufficio preposto alla comunicazione istituzionale, dal momento che Gabellone sin dalle prima battute di questa lunga campagna elettorale aveva anticipato l’eliminazione di costi ritenuti superflui, a partire da quelli assegnati al capitolo di spesa per le funzioni del portavoce del presidente. Un suo ufficio stampa la Provincia già ce l’ha, diceva nella sostanza all’epoca l’aspirante presidente, si tratta solo di ottimizzarne le funzioni.
Ed a proposito di uffici e di personale, l’ex primo inquilino a Palazzo dei Celestini Giovanni Pellegrino, proprio nel giorno del commiato ufficiale ha avuto modo di ringraziare i dipendenti dell’ente che durante l’ultimo mandato con lui hanno lavorato a stretto contatto. “Spero vi giungano graditi il mio saluto e il mio apprezzamento per il lavoro compiuto in questi cinque anni -ha dichiarato Pellegrino-. Vi sono servizi e settori che hanno incrementato la loro efficienza, altri che hanno saputo conservare l’alto livello raggiunto nella consiliatura precedente, altri ancora, in forte minoranza, in cui ho dovuto registrare una diminuzione di operatività, ma complessivamente siamo restati la migliore amministrazione provinciale di Puglia, tra le migliori d’Italia meridionale”.
Intanto si è già mosso l’ambaradan degli accordi e degli incontri per decidere chi tra gli eletti (ed anche tra quelli non eletti e finanche non candidati) affiancherà Antonio Gabellone nel governo della Provincia. Ed ovviamente, come di rito, già circolano i primi nomi nell’immancabile toto-assessori.
Il neo presidente ha già fatto intendere che la Giunta sarà composta da 12 assessori, e con ogni probabilità all’appello non mancherà nessuna delle liste che hanno fatto da base portante alla vittoria del centrodestra, dopo 15 lunghi anni di attesa. Ma il primo nodo da sciogliere riguarda le “quote rosa”. Il centrodestra tra i neo eletti non conta nessuna rappresentante del gentil sesso, ragion per cui per coprire i tre assessorati che, da statuto, si dovranno attribuire all’altra metà del cielo si dovrà ricorrere alla chiamata esterna. In pole position ci sono Simona Manca, Filomena D’Antini Solero e Ada Fiore, ma altri nomi potrebbero spuntare all’occorrenza per evidenziare come la politica è, anche, sorpresa. Per gli altri posti in giunta, Gabellone sceglierà probabilmente da un elenco che comprende i nomi dei più suffragati per ciascuna delle liste scese in lizza, ovvero Gianni Marra, Ernesto Toma e Silvano Macculi per il Popolo della Libertà, Mino Miccoli e Pierluigi Pando per La Puglia Prima di Tutto, Stefano Minutello e Salvatore Polimeno per Azzurro Popolare, Bruno Ciccarese per Progetto Provincia, Mario Pendinelli per Patto per il Salento  e Giuseppe Merenda per l’Udeur. Ma anche per la composizione della variante maschile della Giunta non dovrebbero mancare gli incarichi attribuiti ad esterni. Su tutti si fa il nome di Biagio Ciardo, tra i primi dei non eletti.

 

(D. G.)