I lavori di riqualificazione, appena iniziati, hanno cancellato per sempre alcuni dipinti del ‘600
Finiscono nell’occhio del ciclone gli interventi di recupero dell’antico Chiostro dei Carmelitani, nell’area attigua alla Chiesa del Carmine, nel centro storico cittadino. Durante i lavori, partiti lo scorso sette febbraio, sono stati purtroppo distrutti alcuni affreschi seicenteschi. Si tratta di raffigurazioni religiose presenti in quelli che nel XVII secolo erano i corridoi dei vecchi dormitori dei frati. Preziose testimonianze cadute giù a colpi di mannaia per far posto alle nuovissime pareti.
La notizia, ripresa dal sito www.portadimare.it, ha destato sconcerto tra cittadini ed addetti ai lavori. Quello in oggetto è uno dei ben noti progetti Por 2000/2006, cofinanziato dall’Unione Europea, che ha come finalità la riqualificazione dell’area dei mercati del centro storico del Chiostro dei Carmelitani e di Piazza delle Erbe. I lavori dureranno circa due anni e costeranno oltre 500mila euro. Dispiace che a causa della superficialità a pagare sia ancora una volta la parte più preziosa e delicata della città, cioè il borgo antico.
Eppure -va detto- le premesse per il restyling dell’antico Chiostro erano e restano ottime. L’area è infatti divenuta in pochi anni il nuovo polo culturale della città, apprezzata location per convegni, rassegne cinematografiche e incontri con l’autore. Nel 2008 poi la scelta di destinarne un’ala alla rinata biblioteca del Crsec, il Centro Regionale Servizi Educativi e Culturali. Fino ad arrivare a pochi mesi fa, quando una produzione televisiva vi ha girato alcune scene per la fiction Rai Cesare Mori – Il Prefetto di ferro. Un ulteriore passo in avanti lo si dovrebbe fare con gli attuali interventi.
Prosegue quindi la “soap-opera centro storico”, negli ultimi tempi al centro dell’attenzione per diverse ragioni: atti di vandalismo, proposte di chiusura al traffico e basolato ultimato da poco che “si arrende” alle prime piogge. Tuttavia, se da un lato la città plaude al fatto che la vita del borgo antico sia tornata ad essere un tema di stretta attualità, dall’altro si chiede alla Pubblica Amministrazione un severo controllo delle imprese che “maneggiano” i patrimoni storici della collettività.
Stefano Manca