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Diritto di cronaca per Vincenzo Siciliano

Belpaese ha incontrato il cameraman di Canale 8, licenziato nei giorni scorsi per aver protestato su Facebook contro l’eccessivo ritardo nei pagamenti. E che è diventato un simbolo per un’intera categoria di professionisti in perenne lotta contro la precarietà e la crisi nel settore dell’informazione locale 
 
Vincenzo Siciliano ha smosso il mondo del giornalismo salentino, pagando in prima persona. Dopo il suo sfogo su Facebook, il cameraman dell’emittente televisiva Canale 8 è stato incredibilmente licenziato “per ristrutturazione aziendale”. Una motivazione che lascia a dir poco perplessi data la tempistica. Prima d’ora, solo in pochi hanno avuto il coraggio di far venire a galla le difficoltà e le ingiustizie di cui soffre il settore: servizi ricompensati con pochi spiccioli, stipendi erogati con mesi ritardo -senza spiegazioni da parte dell’editore- e tanti, troppi contratti irregolari. Senza contare coloro che svolgono l’attività in nero, privati della benché minima tutela. 
Siciliano non vede l’ombra di un compenso da sei mesi, a cui si aggiungono due tredicesime non erogate, e le sue sacrosante esternazioni hanno scatenato l’intero mondo della comunicazione salentina, soprattutto su Facebook. Praticamente tutti (operatori televisivi, fotoreporter e giornalisti) hanno deciso di schierarsi dalla sua parte e lo hanno fatto senza remore. Molti di loro hanno indossato un adesivo arancione (chi con uno slogan, chi con un altro) in occasione delle dirette elettorali per lo spoglio dei voti delle amministrative del 6 e 7 maggio scorsi. Una protesta pacifica nel giorno degli scrutini, quindi, per ribadire che “il giornalismo non è un hobby”, mentre nei prossimi giorni sono attesi provvedimenti più radicali.
Ma come si sente, adesso, Vincenzo Siciliano e come si è convinto a lanciare il suo grido di dolore? Ce lo ha spiegato rispondendo a qualche domanda. 
Vincenzo, quando e come è nata l’idea della protesta? 
Ho atteso la fine della campagna elettorale. Speravo che nelle casse dell’azienda fossero entrati fondi derivanti dalle pubblicità. Visto che la situazione non è cambiata, ho deciso di lanciare la proposta di bloccare le dirette. Ho scagliato una “pietra di gomma” e con alcuni colleghi è nata l’idea dell’adesivo. 
Quando hai appreso del licenziamento? 
Nella giornata di lunedì, durante lo spoglio delle schede, mi è stata recapitata a mano la lettera di licenziamento “per ristrutturazione aziendale”. Peraltro da una persona estranea all’azienda.
Come giudichi il tuo allontanamento?
Mi aspettavo un comportamento diverso da parte dell’azienda, magari una riunione pacifica per confrontarsi sulla situazione aziendale. Invece niente, non hanno avuto neanche il tatto di comunicarmelo di persona. Nessuna spiegazione, niente di niente.
Cosa ti auguri per il futuro? 
Spero che la mia vicenda possa aiutare chi vive situazioni simili alla mia e che si esca presto da questo stato di crisi. Intanto vorrei ringraziare i colleghi, Assostampa, CGIL e l’onorevole Teresa Bellanova. 
 
Per Vincenzo la solidarietà di colleghi e associazioni
 
A Vincenzo Siciliano farà sicuramente piacere sentire la vicinanza dell’intero modo dell’informazione salentina. Per lui si sprecano i servizi sulla stampa, sulle radio e naturalmente i post sui social network. I colleghi di Vincenzo sono pronti a riunirsi per decidere quale possano essere altre forme di protesta più opportune, dopo l’esposizione degli adesivi con gli slogan da parte di operatori e giornalisti nel corso delle dirette elettorali. 
In molti hanno criticato il “lassismo dei sindacati”, e “l’immobilismo dell’Ordine dei Gionalisti”, ma nelle ultime ore l’appoggio delle istituzioni in questione appare sempre più sostanzioso. La Uil Lecce ha bollato l’allontanamento come “atto vergognoso”; il sindacato di categoria Assostampa ha promesso di mettere a disposizione gratuitamente i propri legali di riferimento e anche lo “Sportello dei Diritti”, attraverso il presidente Giovanni  D’Agata, sostiene Siciliano, assicurando di garantire “in maniera assolutamente gratuita la difesa legale  ribadendo il proprio impegno contro tutte le forme di arroganza del potere e di prevaricazione, per la tutela dei diritti”. 
Il rischio che il tutto svanisca in una bolla di sapone pare dunque non esserci, in quanto le problematiche sono molteplici e abbracciano il settore per intero.
 
Francesco Covella