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Dietrofront dei giudici: “No al Metodo Di Bella gratis”

Il Tribunale di Bari nei giorni scorsi ha accolto il ricorso dell’Asl e ribaltato la sentenza dello scorso febbraio che ordinava l’erogazione gratuita del Metodo Di Bella ad un paziente malato di cancro 
 
Dopo la copertina della scorsa settimana, riportiamo nuovamente l’attenzione sulla discussa terapia elaborata dal dottor Luigi Di Bella. A riaccendere i riflettori su questa delicata questione ci aveva pensato la sentenza di un giudice di Bari che aveva ordinato all’Asl locale di fornire gratuitamente il Mdb (Metodo Di Bella) ad un paziente colpito da un grave tumore. Pochi giorni fa, però, è arrivata la doccia fredda: il Tribunale di Bari ha infatti accolto il ricorso presentato dall’Asl sulla sentenza emessa a febbraio e con la quale si stabiliva appunto l’erogazione immediata e gratuita della terapia Di Bella. 
I giudici hanno quindi giudicato infondata la richiesta del paziente barese che si trova adesso nuovamente costretto a proseguire la cura attingendo dalle proprie tasche. È stata proprio l’Asl a comunicare l’esito della sua istanza, precisando come il Tribunale abbia riscontrato “assoluta carenza dei presupposti necessari per far ricadere sul Servizio sanitario nazionale la spesa di una terapia non supportata da evidenza scientifica né da risultati valutati nelle opportune sedi scientifiche”. 
Sempre l’Azienda Sanitaria Locale di Bari ha rimarcato nella sua nota anche il rispetto dell’articolo 32 della Costituzione, che sancisce il Diritto alla Salute; riprendendo il testo della sentenza del Tribunale, l’Asl ha voluto così comunicare che “tale diritto non si traduce certamente nella pretesa alla erogazione dal parte del Ssn di qualsiasi farmaco richiesto” quando, come in questo caso, non se ne siano dimostrate efficienza e validità su base scientifica. Inutile sottolineare come la decisione del Tribunale abbia innescato una serie di nuove discussioni e polemiche.
 
Alessandro Chizzini