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Destino Selvaggio

Un nuovo megavillaggio turistico potrebbe sorgere a Portoselvaggio in località “Cafari”, a ridosso di uno dei punti più belli della nostra costa. Villette a schiera, discoteche e centri commerciali per una capienza di 2mila posti. Ma a Nardò e nel Salento in molti sono pronti a dar battaglia per impedire che questo progetto vada in porto, in attesa dell’esito della Valutazione ambientale strategica da parte della Regione Puglia previsto per settembre 

 

Si tratta di circa 60 ettari che andranno ad ospitare un villaggio turistico lungo una delle litoranee più belle e incontaminate d’Italia: Portoselvaggio. Un timore che Renata Fonte, giovane donna neretina impegnata in politica negli anni Settanta e assassinata una sera del 1984, aveva previsto con decenni di anticipo. Le battaglie per la difesa di Portoselvaggio continuano infatti ad essere vissute sotto il suo nome. Il progetto all’esame ora è dell’azienda napoletana “Socitur Srl” e lo scorso 12 luglio ha fatto capolino nell’Ufficio Urbanistica del Comune di Nardò.

I comparti saranno due. Al posto della campagna e del mare, l’occhio del visitatore -turista o “autoctono” non importa- cadrà invece sulle cattedrali turistiche contemporanee: villette a schiera, piscine e negozi. È la cosiddetta “lottizzazione Cafari”, che comincia a prendere forma. Nulla di nuovo sotto il sole salentino: si tratta in realtà di qualcosa pensata e immaginata quando ancora il Parco Regionale esteso fino alla Palude del Capitano, e quindi ai Cafari, era poco più che un’idea. E quando quell’idea di allargare i confini del Parco di Portoselvaggio si è concretizzata, nel 2006, sono state comunque fatte salve le previsioni del Piano Regolatore Generale del Comune di Nardò. 

Quindi, il progetto del megavillaggio turistico è in perfetta regola. Trovarsi da un lato un sito archeologico di valenza internazionale come Serra Cicora, dall’altro siti di pregevole interesse comunitario, sembrano solo dettagli che potrebbero non essere sufficienti a fermare la cementificazione. Tuttavia a Nardò e nel Salento sono in molti pronti a dar battaglia. Nel frattempo la Regione Puglia ha deciso di assoggettare il piano urbanistico esecutivo alla Vas, la valutazione ambientale strategica che integra considerazioni di tipo ambientale in programmi di sviluppo edilizio. 

I tempi per eventuali correzioni e revisioni sono fissati a due mesi. A settembre il Salento conoscerà l’esito: megavillaggio sì, megavillaggio no. Il conto alla rovescia è già partito.

 

Stefano Manca