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Depuratore Asi, gli ex dipendenti saranno reintegrati

Svolta nella vicenda dei sei ex dipendenti del depuratore Asi. L’iter amministrativo, fermo alla Regione, si è sbloccato con la firma del decreto per la nomina dei collaudatori 
 
Il decreto di nomina, della commissione che dovrà collaudare il depuratore Asi di Galatina, è stato firmato dal Presidente Vendola e inviato alle sedi competenti. A questo punto dovrebbe concludersi la tribolata vicenda dei lavoratori che da dicembre del 2009 attendono la riassunzione. Nei giorni scorsi non sono mancate le proteste nei confronti del presidente Nichi Vendola, al punto che i sei ex dipendenti, Gigi Samueli, Claudia Renna, Angelo Distante, Luigi Romano, Mario Gentile, Emilio Nicolì (nella foto), hanno preso carta e penna indirizzando la loro missiva anche alla Procura della Repubblica di Lecce con la minaccia di riprendere il presidio dell’impianto. 
Alla riapertura del depuratore manca solo il collaudo del nuovo scarico, passo obbligato per il rilascio, da parte della Provincia di Lecce dell’autorizzazione definitiva. Per completare l’iter l’Assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Puglia deve nominare i collaudatori. Dal dicembre 2009 sei famiglie vivono l’angosciante altalena di chi ha bisogno della certezza del posto di lavoro e non la trova. Nella lettera, che è quasi un appello, si rivolgono agli enti e agli assessorati interessati, nonché al Prefetto e al presidente del Consorzio Asi, Carlo Benincasa e alla E.M.E.S. srl, la società leccese a cui il consorzio, con delibera n. 49 dell’aprile 2010, ha affidato la struttura per la custodia e la messa in esercizio dell’impianto. La riapertura dell’impianto è necessaria per il buon funzionamento dell’intera area industriale di Galatina e Soleto. 
Ovviamente, la E.M.E.S. srl aspetta di avere tempi certi sulla riapertura prima di riassumere i sei lavoratori. Da una parte gli enti e i loro tempi per l’espletamento degli iter amministrativi, dall’altra la società di gestione che ha bisogno di certezze sulla tempistica e tra questa incudine e martello i lavoratori e la loro unica certezza: sbarcare il lunario senza stipendio. A queste sei famiglie risulta “incomprensibile” che, a fronte di un milione e mezzo di euro spesi per la riattivazione dell’impianto, dopo le tante promesse di una veloce riassunzione, siano ancora in attesa di una soluzione definitiva. 
Ora siamo al punto di svolta. Sulla questione nei giorni scorsi è intervenuto anche l’assessore al Commercio, Antonio Garzia, chiedendo alla Regione di sbloccare l’iter. “È a dir poco grottesco che sei dipendenti siano ancora senza lavoro per problematiche di tipo burocratico che impediscono, a distanza di mesi dalla conclusione dei lavori, la riapertura dell’impianto e la riassunzione dei lavoratori. Che l’unico impedimento sia il mancato collaudo -sottolinea Garzia- ci fa pensare d’essere tornati ai tempi della Prima Repubblica, quando ingenti finanziamenti e opere faraoniche venivano abbandonate al degrado con l’unico risultato di arricchire imprenditori e speculatori. L’Assessorato alle Attività Produttive esprime incondizionata solidarietà ai lavoratori e si impegna affinché la Giunta intraprenda un’azione risoluta nei confronti della Regione Puglia”. E il Presidente Vendola ha firmato.
 
Maddalena Mongiò