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Dalla Asl promettono: “I tagli continueranno”

Valdo Melllone, direttore generale della Asl di Lecce annuncia i provvedimenti in arrivo. In provincia, intanto, spariscono l’ospedale di Nardò e tre punti nascita. Rimane quello di Scorrano, a discapito di Casarano. E vi sveliamo il perché
 
“Al di là delle indicazioni regionali, proporrò altre chiusure di altri reparti. Almeno due o tre ortopedie salteranno. Ma in bilico ci sono tutte quelle branche che si ripetono uguali in tutti gli ospedali. Non ha senso avere 6 unità operative di livello medio-basso su tutto il territorio. Questo ragionamento è figlio di una logica ormai vecchia sulle strutture generaliste. Bisogna, invece, liberare risorse per investirle in pochi poli di eccellenza. Una nuova definizione dei posti letto dovrebbe essere prossima”. Valdo Mellone, direttore generale della Asl di Lecce, non si dà neppure il tempo di rielaborare i nuovi tagli dettati da Bari, che già rilancia e annuncia i futuri. Secondo le indicazioni arrivate dal Ministero della Salute, in Puglia c’è un surplus di geriatria, medicina, chirurgia generale, unità coronariche, ortopedia, per l’appunto, e ostetricia. Facile prevedere che, se nuove sforbiciate ci saranno, colpiranno soprattutto queste branche. Anzi, ostetricia è già finita sotto la scure, con la decisione presa martedì sera e che dà il via libera al secondo round del Piano di rientro sanitario. Spariscono ulteriori 61 posti letto in provincia di Lecce, 800 in tutta la regione, dopo i 1.411 svaniti nel 2010. Operazione necessaria nell’ottica di assorbimento del deficit e della creazione di poli di alto livello. Ma le perplessità restano. Sui perché e sulle prospettive. 
Era già scritta la trasformazione definitiva del nosocomio di Nardò, il “San Giuseppe- Sambiasi”, in Casa della Salute. Il piano attuativo è quasi pronto e prevede il mantenimento del suo fiore all’occhiello, il centro per la procreazione assistita. Vengono azzerati, invece, i posti letto, poiché plesso che ne aveva meno di 70, numero a cui si è giunti dopo la lenta contrazione iniziata nel 2004, epoca Fitto, e portata avanti due anni fa, epoca Vendola. 
Chiudono, poi, anche tre punti nascita, quelli di Gallipoli, Casarano e della clinica privata “S. Francesco” di Galatina. In tutti e tre i casi, il numero dei parti effettuati durante l’anno non ha superato le 500 unità. Motivo che avrebbe dovuto essere alla base della dismissione pure del punto nascita di Scorrano. Invece questo si è salvato. Perché? In realtà, le motivazioni alla base sono più politiche, che numeriche o geografiche. La mannaia su Casarano significa spogliare l’intero Sud Salento della coperta della sanità pubblica, affidandola completamente nelle mani dell’ospedale “Panico” di Tricase, ente ecclesiastico che questo disegno favorisce palesemente. Lì, d’altronde, è previsto l’altro punto nascita di secondo livello (con neonatologia e utin, che già ha), dopo il “Fazzi”. Eppure, l’ostetricia del “Ferrari”, da questo punto di vista, avrebbe avuto più ragione di esistere di quella di Copertino o del “Santa Caterina Novella” di Galatina, entrambe mantenute, benché considerate concorrenti. Ma c’è un’altra ragione, ancora più sottile, alla base della scelta di Scorrano. Il “Veris Delli Ponti” di Scorrano, infatti, costituisce il nucleo del futuro ospedale che sorgerà a Melpignano. È per questo che, si è detto chiaramente a Bari, non si può svuotare di senso quel nosocomio. Verrebbero meno anche le ragioni per giustificare una nuova grande struttura proprio a due passi da lì. 
 
Tiziana Colluto