Cerca

Dal 1° marzo riparte il Lecce-Torino. Alle 5 del mattino

“Vogliamo un treno Eurostar ad alta velocità tra Torino, Milano e Bologna verso l’Adriatica”. Ormai immancabili gli appelli tramite facebook e la soppressione del Lecce-Torino infiamma il popolo della rete
 
Tempi duri per chi ha necessità di spostamento. I leccesi sono orgogliosi della loro bella cittadina; sorridono soddisfatti alle frotte di turisti che, naso per aria, ammirano i merletti scolpiti sulla pietra leccese; ma devono combattere con le difficoltà di una rete di trasporto passeggeri non al passo con i tempi. Il filobus ci ha fatto guadagnare la maglia nera con un ritardo che ormai viaggia oltre i mille giorni; i parcheggi sono uno dei punti dolenti del traffico cittadino; le piste ciclabili necessitano di completamento per poter essere effettivamente utilizzate. Tutto questo quando ci si muove nella cintura cittadina. Lo scenario si complica affrontando spostamenti da e per il capoluogo di provincia. L’ultima emergenza in ordine di tempo riguarda l’Eurostar Lecce-Torino. Soppresso prima, ripristinato a partire dal primo gennaio poi, in realtà il collegamento non è ancora attivo. 
Trenitalia ha assicurato che Lecce e la Puglia riavranno il collegamento a partire dal primo marzo. Tutto bene quel che finisce, una volta tanto avremmo potuto dirlo, se non fosse che il ripristino del treno alle 5 del mattino suona come una beffa o “una presa in giro” come lapidario ha affermato il sindaco di Lecce Paolo Perrone. 
I disagi che ha comportato la soppressione del collegamento li conoscono bene i viaggiatori costretti a cambiare treno trascinandosi dietro valigie e borsoni; li conoscono bene i viaggiatori costretti a dover sborsare almeno 40 euro in più  per il biglietto; li conoscono bene i viaggiatori costretti a una maggior durata del viaggio. La decisione della ripartenza del collegamento con la singolare collazione d’orario penalizza il territorio. “L’Italia si ferma a Bari” hanno tuonato a gran voce i politici, per una volta in sintonia. E dire che il Salento ha partecipato alla Bit con un proprio stand in cui è stato allestito un vero e proprio percorso del gusto. Una strategia di marketing del territorio che rischia di essere vana se non è supportata dalla collaborazione di tutti gli enti e soprattutto se in Salento arrivarci deve essere un atto di fede.