Entro la fine del mese arriverà il verdetto finale, ma il colosso della grande distribuzione ha già annunciato la messa in mobilità dei lavoratori del centro commerciale di Cavallino
“Un buon risultato perché a Cavallino, con Conad – E. Leclerc, siamo riusciti, richiamandoci all’articolo n. 2.112 del Codice Civile, a mantenere intatti i diritti maturati dai lavoratori con Carrefour”. Parole rassicuranti quelle pronunciate dalla segretaria della Filcams-Cgil di Lecce Valentina Fragassi nel “lontano” ottobre 2009. Il passaggio fra i due colossi della grande distribuzione (in quel caso da Carrefour all’E. Leclerc) fece inizialmente temere il peggio per i dipendenti. Poi, nei fatti, la transizione fu ‘indolore’. Dopo mesi di guerra, in cui le organizzazioni sindacali chiedevano a gran voce garanzie, arrivò il sereno e le nubi furono cacciate via.
Passato remoto, alla luce di quanto oggi sta per accadere. Marzo è prossimo alla fine e proprio in questi giorni si deciderà sulla sorte di una sessantina di dipendenti a rischio licenziamento, dei 195 assunti due anni fa. Sono state diverse le negoziazioni intavolate, quasi reali i margini di trattativa. Eppure, quel milione e mezzo di euro di perdita l’anno, calcolato, ha gravato talmente tanto che man mano è maturata nei vertici aziendali la scelta di alleggerire il personale del centro commerciale, approdato nel Salento con i migliori auspici. Dopo il susseguirsi di voci, la conferma è arrivata qualche tempo fa direttamente dal primo cittadino del comune salentino, Michele Lombardi, in sede di confronto aziendale. Lo stesso sindaco a favore delle aperture perenni, domenicali e festive in testa, “perché così l’economia gira”.
Per nulla intimoriti, in quell’occasione, i sindacati hanno lanciato una serie di contro-proposte, rispetto alle esigenze di licenziamento del gruppo Conad – E. Leclerc, in primis i contratti di solidarietà. Due anni, e nulla di diverso. Corsi e ricorsi storici nell’economia di una provincia che, purtroppo, non riesce a dare risposte in termini di numeri ed entrate. Carrelli che si aggirano anche numerosi nei corridoi dei centri commerciali, ma che, a osservarli bene, sono pressoché vuoti. Il racconto di un popolo, quello salentino, che accorre folto per negozi e vetrine, anche di domenica: un modo per sognare e svagarsi, non di certo per comprare.
I trend di crescita dei megacentri, oggi dicono i dossier, non sono positivi. Ma non lo erano anche due e cinque anni fa. Soltanto nel primo anno di attività, l’E. Leclerc, secondo quanto riferito dai rappresentanti dell’azienda, ha pareggiato i conti in termini di fatturato. In seguito, ha avuto inizio il tracollo economico. E i sessanta licenziamenti, potrebbero essere la punta di un iceberg: l’azienda potrebbe addirittura decidere di chiudere baracca e cedere il ramo, da quanto emerso nell’ultimo tavolo di confronto. Dipenderà tutto da quanto si protrarrà il segno negativo nelle entrate del centro commerciale. La volontà del colosso, allo stato attuale e fino a prova contraria, sembra essere quella di restare in piedi, operando una prima sforbiciata al personale e tenendo in forza un organico di circa 130 persone.
Il dito nella piaga della disoccupazione nel Salento continua così a mietere vittime e timori. Terra non dimenticata dalla congiuntura economica sfavorevole, che attacca indifferentemente forestieri e conterranei. Terra in cui investire diventa sempre più difficile, anche per giganti dell’economia mondiale ed europea costretti, dopo un periodo di prova, a fare le valigie e cambiare destinazione. E l’amarezza di un abbandono si fa ancora più forte se, a lasciarci, sono anche i posti di lavoro.
Barbara Politi