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Colacem, nel mirino le emissioni inquinanti

La senatrice Daniela Donno (M5S) presenta un’interrogazione al Ministero per l’Ambiente: “Adottare misure urgenti e controlli per monitorare l’attività dell’impianto” 

 

Torna a far parlare di sé il cementificio Colacem di Galatina. A chiedere chiarezza stavolta è la senatrice salentina del Movimento 5 Stelle, Daniela Donno. “In data 22 novembre -si legge nell’interrogazione presentata nei giorni scorsi al Ministero per l’Ambiente- il quotidiano on line Leccesette.it riportava che il 24 novembre si sarebbe discusso presso la Conferenza dei Servizi della Provincia di Lecce, del riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia). Veniva altresì reso noto che, sul tema, manifestavano la propria posizione le associazioni ambientaliste Italia Nostra e Forum Ambiente e Salute, chiedendo di ampliare la rete dei controlli e immaginare un percorso di dismissione del cementificio Colacem di Galatina. Chiediamo al Ministero dell’Ambiente -dichiara la Donno- quali urgenti misure intenda adottare per approntare un controllo rigoroso e continuativo sul rispetto dei limiti di legge riguardanti le emissioni inquinanti dello stabilimento”. 

L’affondo della parlamentare grillina prosegue: “Non è un caso che lo scorso febbraio, in occasione della presentazione del Report Ambiente e Salute in provincia di Lecce, proprio il direttore del dipartimento di prevenzione della Asl locale presentasse la necessità di fare analisi specifiche a tutela della salute della popolazione che vive nelle province investite dal particolato primario e secondario del cementificio Colacem di Galatina, della centrale termoelettrica di Cerano e dell’Ilva. A questo punto è fondamentale chiarire in modo univoco le conseguenze sanitarie e ambientali derivanti dai fenomeni di combustione, anche al fine di limitare l’attività, la produzione e la durata dell’impianto. Uno dei nostri intenti, inoltre, è quello di sollecitare studi, monitoraggi ed analisi che ci forniscano dati aggiornati sugli elementi inquinanti riscontrati anche nelle aree attigue alla Colacem. Considerata la presenza di altri siti industriali -conclude la senatrice- l’impatto cumulativo può essere davvero disastroso. Questa continua aggressione del territorio che si serve, indiscriminatamente, di fattori contaminanti in espansione sta trasformando, anno dopo anno, il Salento in una discarica a cielo aperto”. 

Insomma, si chiede di conoscere quali misure adottare per garantire il rispetto dei limiti di legge in riferimento alle emissioni inquinanti, anche in un’ottica di limitazione dell’attività dell’impianto. 

 

Stefano Manca