La Guardia di Finanza di Lecce ha ascoltato cinque dei sette indagati nell’ambito del concorso di idee vinto dall’equipe dell’architetto Alvaro Siza
Inizio degli interrogatori nell’indagine sul concorso pubblico leccese ma anche la nomina della commissione che affiderà i lavori del Parco delle Cave. Va avanti su un doppio binario, quello giudiziario e quello amministrativo, la vicenda leccese delle cave di Marco Vito, l’ambizioso progetto di riqualificazione della città legato al nome del celebre architetto portoghese Alvaro Siza.
Dopo l’apertura del fascicolo d’indagine, martedì scorso la Guardia di Finanza ha ascoltato cinque dei sette indagati nell’ambito del concorso di idee indetto dal Comune di Lecce e vinto dall’equipe dell’architetto portoghese. L’indagine della Procura scattò dopo l’esposto di un altro gruppo di partecipanti, due professionisti leccesi facenti parte dell’equipe guidata dall’architetto romano Salimei, esclusa dal concorso, che denunciarono gravi irregolarità al momento dell’apertura delle buste da parte della commissione. Stando all’esposto, i commissari avrebbero avuto la possibilità di identificare i partecipanti, favorendo i vincitori. Alcuni dei partecipanti avevano infatti notato che durante la prima fase della gara, l’incartamento consegnato dal gruppo di Alvaro Siza riportava codice e foto del progetto già all’esterno della busta e non era quindi anonimo come previsto dalla legge.
Dopo molte polemiche l’Amministrazione decise di non annullare il concorso, garantendo l’atteggiamento responsabile dei tecnici esaminatori. Della commissione facevano parte la presidente di commissione Claudia Branca, dirigente del settore Lavori Pubblici del Comune di Lecce, il presidente dell’ordine degli architetti salentini Massimo Crusi, degli ingegneri Daniele De Fabrizio, i docenti universitari Arturo De Risi e Rocco Carlo Ferraro. L’indagine ha però coinvolto anche le due funzionarie, responsabili del procedimento e della segreteria, Wanda Francesca Petrachi e Roberta Cappello. Per tutti sono dunque iniziati gli interrogatori delle Fiamme Gialle leccesi.
Da principio, però, l’Amministrazione aveva escluso l’esistenza di irregolarità. Nella conferenza stampa di giugno 2010, in cui lo stesso Alvaro Siza era volato a Lecce per illustrare il suo suggestivo progetto, la dirigente aveva spiegato che, una volta accortisi del problema, la commissione e il responsabile del procedimento avevano scelto di non comunicare tra loro, garantendo l’anonimato dei progetti. Tuttavia, l’indagine andò avanti. A febbraio, a seguito dell’apertura del fascicolo, se n’era discusso anche nella Commissione di Controllo e Garanzia presieduta da Angelo Tondo, su richiesta del capo dell’opposizione cittadina Antonio Rotundo. In quella sede la stessa dirigente aveva escluso la possibilità di falsare la gara, ribadendo che il progetto di Siza arrivò primo semplicemente per la qualità e l’originalità della proposta. Dopo avere acquisito l’intera documentazione dall’assessorato ai Lavori Pubblici, i militari hanno iniziato gli interrogatori che proseguiranno anche nei prossimi giorni.
L’indagine non ha comunque bloccato l’incarico all’equipe di architetti e neppure il procedimento. I lavori per la realizzazione del primo lotto, finanziato con 4 milioni di euro, saranno infatti affidati a breve. Palazzo Carafa ha nominato la commissione di gara per l’individuazione dell’impresa che realizzerà il parco. Un progetto che parte dall’eliminazione del diaframma tra le due cave e la riqualificazione dell’area a verde del ninfeo che versa da decenni in stato di abbandono. Per il secondo lotto, invece, i tempi saranno più lunghi e anche i fondi andranno reperiti da altre misure. Il ponte sospeso presentato da Siza, che collegherà il viale della Stazione all’area delle cave, prevede infatti un intervento decisamente più imponente compreso il ribaltamento della stazione ferroviaria, con il risultato di cambiare per sempre il volto della città. Sulla stessa area infatti va avanti intanto il progetto di riqualificazione delle periferie finanziato dalla Regione, che coinvolge gli alloggi Erp di via De Ferrari. Mentre, attraverso un “corridoio verde” progettato con il coinvolgimento degli abitanti, l’area delle cave verrà congiunta a parco Tafuro, un collegamento che taglierà via San Cesario con un’area pedonale e ciclabile.
Alessandra Lupo