Il 28 febbraio gli extracomunitari ospiti presso Masseria Del Monte saranno costretti ad abbandonare la struttura e quelli che non hanno avuto lo status di rifugiato politico saranno rimpatriati
È passata dalle rotaie delle Ferrovie Sud-Est, tra Castiglione d’Otranto e Montesano, la protesta pacifica che lo scorso 16 gennaio ha puntato i fari sui migranti che nel 2011, sospinti dai venti di guerra della primavera araba, arrivarono nel nostro Salento dopo essere sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra in Libia nel maggio 2011.
Il 28 febbraio, a distanza di circa due anni, la Masseria Del Monte a Castiglione, che li ospita, serrerà i battenti in parallelo con gli altri quattro centri di Salve, Copertino, Lecce e Trepuzzi: il rubinetto dei finanziamenti si è chiuso, l’emergenza del nord Africa si è esaurita nella concessione del permesso di soggiorno, con il quale tutti i migranti possono circolare liberamente per un anno nell’Unione Europea. Dalla Prefettura, organo competente a traghettare in quest’ultima fase i migranti, fanno sapere che “il 31 dicembre l’accoglienza è finita e chi non ha ottenuto lo status di rifugiato politico non ha più diritto a nulla. Gli unici soldi disponibili sono quelli per il biglietto per il rimpatrio, possibilità a cui hanno deciso di rinunciare”.
La richiesta degli ospiti della Masseria a questo punto, è chiara: ricevere direttamente gli stanziamenti erogati alla struttura che li ospita, ed avere così i mezzi per raggiungere parenti e connazionali in altre parti d’Italia o trovare una sistemazione che ora, senza possibilità economiche non potrebbero ottenere. Ma questo legalmente è impossibile.
Oggi, a distanza di quasi due anni, malgrado gli sforzi della locale Amministrazione comunale, rimane insoluto il problema di fondo: come assorbire nel tessuto socio-economico già saturo e logoro le ondate migratorie, che recano segni di disperazione e miseria. Accoglienza sì, ma senza prospettive: è un’alternativa umanamente valida? Del resto la situazione non è felice in nessun posto d’Italia poiché il Governo e gli altri enti che sino ad oggi hanno gestito l’accoglienza si sono dimostrati incapaci di programmare con lungimiranza.
Durante questi anni in Salento attorno ai ragazzi della Masseria Del Monte si è fatto quadrato sia da parte delle amministrazioni che dei privati. Hanno potuto usufruire di corsi di lingua e corsi di formazione; il Comune di Andrano insieme al Cir ha attivato uno sportello immigrati volto a supportarli verso percorsi lavorativi. Ad esempio si è cercato di sollecitarli ad attivare piccole attività come venditori ambulanti. Ma nessun esito: abituati a forme di assistenzialismo fini a se stesse, i migranti cercavano posti sicuri. Gli stessi proprietari della struttura hanno collocato nel mondo del lavoro molti di loro, ma nonostante ciò non è stato possibile trovare una soluzione adeguata.
M. Maddalena Bitonti