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A Casarano in marcia contro la mafia

La manifestazione si è svolta sabato mattina con arrivo in piazzetta Petracca, dove lo scorso 2 marzo si è consumato l’omicidio di Antonio Afendi

Dopo l’omicidio in stile mafioso verificatosi negli scorsi giorni a Casarano, la città e il territorio salentino provano a reagire. Nelle scorse ore, infatti, si è tenuto un corteo al quale hanno partecipato associazioni, scuole, parrocchie, sindaci e tanti cittadini. Tutti insieme in una marcia per la legalità per gridare il proprio “no” a tutte le mafie.

Partiti da piazza Umberto, i manifestanti hanno raggiunto piazzetta Petracca, proprio il luogo dove, lo scorso 2 marzo, è stato assassinato il 33enne Antonio Afendi; tre colpi di pistola esplosi in pieno giorno dal 27enne reo confesso Lucio Sarcinella. La manifestazione, poi, si è conclusa con l’intervento di don Antonio Coluccia, conosciuto come il prete antimafia.

Tra i partecipanti al corteo anche la giornalista d’inchiesta Marilù Mastrogiovanni, da circa vent’anni impegnata nella lotta contro la Sacra Corona Unita e la criminalità nel territorio salentino: “La marcia è un segnale che lascia ben sperare: decine di sindaci del Salento hanno aderito alla manifestazione per la legalità. È importante infatti che le azioni degli amministratori locali siano indipendenti e mai piegate a logiche e pressioni mafiose. Così come indipendente e libera deve essere la stampa, per formare un’opinione pubblica consapevole anche del pericolo che tutta la comunità corre, se si abbassa la guardia”.

Un auspicio che però non sarebbe suffragato dalla realtà: “Tuttavia, lo dicono le statistiche, le querele temerarie arrivano ai giornalisti soprattutto dagli amministratori locali, che mal tollerano chi nell’interesse pubblico dà notizie scomode, pagando altissimi costi personali. Il sequestro del mio giornale, i manifesti contro di me, le decine di querele, archiviate o concluse con una sentenza di assoluzione, le misure di protezione, il trasferimento ad altra città, sono il prezzo che personalmente ho dovuto pagare. Nei processi ancora in corso mi si contesta di aver scritto che a Casarano c’è la mafia. Oggi, dopo 12 anni e diversi omicidi, tentati omicidi, arresti e retate, incendi, minacce, pressioni, se ne sono accorti tutti”.

[Foto: Antennasud.com]

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