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“Carburante con olio vegetale: è illegale, ma funziona. E vi spiego come”

Continua il viaggio di Belpaese nell’universo dei carburanti fai-da-te: questa volta abbiamo raccolto la testimonianza di un salentino che -nonostante il rischio di sanzioni- utilizza una miscela a base di olio vegetale, gasolio e benzina verde per alimentare il suo furgone 
 
Olio vegetale miscelato a gasolio, utilizzato per alimentare motori diesel, preferibilmente di vetture un po’ “datate”. La settimana scorsa con la nostra copertina abbiamo cercato di fare chiarezza in un ambito per certi versi oscuro, dove l’illegalità di base di questa pratica -sanzionata dalle norme vigenti a causa dell’evasione delle accise sul carburante- ha determinato un atteggiamento del tipo “si fa, ma non si dice”. In realtà, tale abitudine è più diffusa di quanto si pensi anche se, di fatto, soltanto riconoscendo l’odore di olio fritto proveniente da un tubo di scappamento si può smascherare l’eventuale comportamento illecito. 
Dopo aver ascoltato un meccanico -che ha sconsigliato tale pratica per via dei danni a lungo termine al motore- e di un agricoltore -che vede nell’utilizzo dell’olio vegetale un modo per abbattere i costi del carburante per i mezzi agricoli-, questa settimana è la volta di un privato cittadino residente nel Salento, che ci ha spiegato come dal 2005 utilizzi olio vegetale (insieme a carburante industriale) per alimentare il suo furgone JTD adibito a trasporto merci. “Ho iniziato ad usare olio di semi di girasole come carburante circa 7 anni fa -esordisce- per un semplice motivo: risparmiare, rispetto a fare rifornimento con il solo gasolio. Certo, allora era molto conveniente, ma adesso il prezzo degli oli vegetali è aumentato troppo e praticamente quasi non conviene più. Ma una cosa posso dire: il mio furgone è sempre andato bene, anche se occorre un po’ di manutenzione in più rispetto al normale”. 
A questo punto un po’ di curiosità è d’obbligo: qual è la combinazione migliore di elementi per avere una miscela ideale in grado di alimentare un motore diesel? “Vedete -aggiunge-, l’olio vegetale per sua natura è un materiale poco infiammabile, per cui occorre necessariamente aggiungere gasolio in percentuale variabile, ma soprattutto -questa è una vera sorpresa!- anche benzina verde: io ne metto 20 euro per ogni pieno composto da olio di semi e gasolio. La benzina in questo caso funge da additivo e il motore ha così la potenza giusta che serve per l’avviamento, che diversamente sarebbe molto difficoltoso”. 
Viene da chiedersi qual è l’olio vegetale migliore che si presta ad essere utilizzato: “L’olio di colza, di cui si è parlato e si parla ancora tanto, va benissimo -sottolinea-, ma tutti gli oli vegetali in linea di massima possono essere utilizzati. L’unico problema, come ho detto prima, è che negli ultimi tempi i costi di questi prodotti sono aumentati troppo. L’ideale sarebbe poter utilizzare gli oli esausti”. 
Ma gli oli esausti, come quelli utilizzati per la frittura domestica o industriale, potrebbero funzionare al pari di quelli freschi? “In teoria sì, ma in pratica gli oli esausti contengono altri grassi (come quelli di natura animale) molto viscosi, che andrebbero ad intasare le valvole di un motore diesel. L’unico modo è separare questa parte grassa inutile attraverso una speciale apparecchiatura a microonde, ottenendo così un olio pulito, perfettamente utilizzabile. In questo modo si potrebbero riciclare gli oli esausti al fine di produrre carburanti ad un prezzo inferiore rispetto al solo gasolio. Oltretutto, l’olio vegetale non inquina -conclude-, si sente solo un po’ di odore di frittura. Perché lo Stato, allora, non consente di utilizzarlo alla luce del Sole?”.