Sit-in previsto per lunedì 26 maggio per l’applicazione della legge 199/2016 e sostenere il “Sì” ai referendum dell’8 e 9 giugno
Rispondere alle pratiche di sfruttamento, rilanciando sui diritti dei lavoratori. Con questo obiettivo, la Flai Cgil organizza in tutta Italia una mobilitazione per chiedere la piena applicazione della Legge 199/2016 contro il caporalato e per sostenere il “Sì” ai referendum dell’8 e 9 giugno. Il presidio è in programma lunedì 26 maggio, alle ore 9.30, davanti alla Prefettura di Lecce (viale XXV Luglio). Il sindacato ha anche richiesto un incontro al prefetto Natalino Manno.
“In prossimità dell’avvio della stagione di raccolta nella Provincia di Lecce e a pochi giorni dai referendum su lavoro e cittadinanza -spiega il segretario generale della Flai Cgil Lecce, Alessandro Fersini- anche quest’anno avvertiamo la necessità di denunciare che lo sfruttamento nel settore agricolo è parte di un modello di lavoro sempre più precario e senza tutele. Le logiche che determinano il caporalato, nonostante la Legge 199/2016, sono rimaste invariate ed evidenziano l’urgenza di rilanciare le nostre battaglie quotidiane di contrasto al fenomeno dello sfruttamento del lavoro in agricoltura”.
Per la Flai è fondamentale implementare dei maggiori controlli sulla regolarità del lavoro e sul rispetto della normativa sulla sicurezza, come anche sfruttare ogni possibilità di prevenzione; in questo senso, l’obiettivo è quello di dare maggiore importanza ai tavoli che riuniscono tutte le parti in causa, cioè datori di lavoro, sindacati, terzo settore, istituzioni. Secondo quanto informa la Flai Cgil, il nodo della Rete del lavoro agricolo di qualità, previsto dalla Legge 199, ha coinvolto finora in provincia di Lecce solo 8 aziende a fronte di migliaia di realtà imprenditoriali; inoltre, occorre dare concretezza ai tavoli permanenti sull’agricoltura incardinati presso la Prefettura di Lecce, quello sulla sicurezza sul lavoro e quello in materia di lavoro stagionale nel territorio di Nardò.
“Chiediamo di convocare quanto prima questi tavoli -afferma ancora Fersini-. È necessario mettere in campo tutti gli strumenti utili a garantire diritti e sicurezza nella filiera agricola. Le opportunità offerte dalla Rete non sono state ancora colte in provincia di Lecce. Peccato perché quella sede sarebbe l’ideale per trattare in maniera sinergica i temi che alimentano il caporalato: mercato e organizzazione del lavoro, trasporti, alloggi, mense”.
Ci sono però anche le opportunità offerte dal referendum dell’8 e 9 giugno. Tutti e cinque i quesiti potrebbero avere un grosso impatto sulla filiera agroalimentare: “Il popolo italiano -conclude Fersini- ha la possibilità di far sentire la propria voce abrogando leggi che rendono il lavoro ancor più fragile, instabile, non tutelato ed insicuro. La vittoria del ‘Sì’ ai cinque quesiti referendari permetterebbe ai tanti lavoratori, italiani e stranieri, dell’agroindustria e della pesca di affrancarsi dalla piaga dei licenziamenti illegittimi e dell’abuso dei contratti a tempo determinato; rimettere la questione della responsabilità della sicurezza sui luoghi di lavoro anche in campo alle aziende ed agli enti appaltanti e semplificherebbe la strada dell’inclusione dei lavoratori migranti”.