A causa del mancato collaudo, l’impianto continua a sversare nelle acque dell’insenatura, che in questo modo non è più balneabile
Il canale del Rio è uno dei tratti di costa più suggestivi, a strapiombo sul mare, ma in questo periodo torna a far parlare di se non per le sue bellezze ma per uno striscione che da qualche giorno ricorda a quanti vi passano l’interminabile vicenda del depuratore destinato a sversare proprio in questo punto, con il conseguente divieto di balneazione. L’impianto di affinamento finanziato dall’Unione Europea per 6 milioni di euro è nato col doppio scopo di depurare le acque reflue e di riutilizzarle in agricoltura, a beneficio dei 450 ettari di campagna circostante. Ad oggi tuttavia rimane ancora non collaudato, per via di un incidente che nel 2011 lesionò la struttura e della querelle che ne nacque tra la ditta che lo aveva costruito e il Comune di Tricase chiamato a gestirlo assieme al Consorzio di bonifica Ugento Li Foggi.
Il sindaco Antonio Coppola rassicura sulla salubrità delle acque e sul ripristino delle strutture, ma le questioni sollevate dal Comitato Stop Inquinamento non si placano. Con una nota l’assessore alla Salvaguardia dell’ambiente, Sergio Fracasso, interviene sull’argomento: “Il canale del Rio è indubbiamente uno dei scorci più belli della costa adriatica dove insiste il Parco costiero Otranto-Leuca ed è davvero un peccato che un’insenatura così suggestiva sia luogo dello scarico del depuratore della città di Tricase. Per riavere questo tratto di costa -suggerisce l’assessore-, oltre all’ultimazione dell’impianto di riutilizzazione delle acque reflue depurate, bisognerà pensare al sistema di depurazione potenziandolo, affinché si possa sversare direttamente in mare (oggi percorre una parte in superficie) con una condotta ad almeno un chilometro dallo stesso Rio, diversamente l’inibizione dello specchio di mare ai bagnanti rimane. Infine faccio un’ultima nota: forse il Comitato, a cui io personalmente aderirò, ha sbagliato i tempi per sollevare il problema, ‘smuovere le acque’ in piena estate sicuramente ha più risonanza ma qualche danno al turismo lo arreca. Quando i turisti cercano collocazione per passare le proprie vacanze -conclude Fracasso-, con uno slogan del genere, sicuramente non saranno invogliati a fermarsi presso la nostra costa”.
M. Maddalena Bitonti – foto: Trnews.it