Continua con successo la rassegna Chiari di Luna a Maglie: i prossimi appuntamenti saranno gli spettacoli Il taglione di Achille (11, 12, 13 e 14 luglio) e Opera Nazionale Combattenti (19 luglio)
Dopo l’apprezzatissimo Amore e Psiche di Daria Paoletta e il successo di Così parlò Zarathustra, spettacolo con la regia di Matteo Tarasco in scena il 4 luglio scorso, sarà la compagnia Corte de’ Miracoli che dall’11 al 14 di luglio a presentare una delle sue ultime produzioni, Il taglione di Achille, con la regia di Massimo Giordano. Si tratta di uno spettacolo composito in linea con l’ironia divergente di Achille Campanile. Osservatore acutissimo della società del secolo scorso e delle grandi contraddizioni di cui si faceva portavoce, il grande umorista Achille Campanile mise alla berlina vizi e inquietudini dell’Italia dell’epoca, usando il fioretto della garbata ironia e della vellutata scrittura, unendo così l’intento dissacratore alla finezza stilistica e alle intenzioni giocose e leggere. Tre i suoi pezzi che compongono lo spettacolo della Corte de’ Miracoli: si passa dal trionfo del calembour e del gioco di parole de L’acqua minerale, pièce rappresentativa dell’incomunicabilità del linguaggio moderno, alla lunare surrealtà di Centocinquanta, la gallina canta; in ultimo, il capolavoro comico Visita di condoglianze, qui proposto in un originale adattamento salentino: un vero e proprio prodotto di laboratorio teatrale.
Sarà l’occasione per vedersi riflessi in uno specchio con tutte le piccole e grandi contraddizioni che ci ritraggono, con tutte le implicazioni di un linguaggio che spesso finisce per tradire le intenzioni, con tutta l’impossibilità di pervenire a un contatto umano dialogato che sia davvero portatore di significati e che finisce troppo spesso per scaraventare l’uomo moderno nella dimensione dell’assurdità. Critica feroce dunque, eppure camuffata dalle tinte leggere della comicità surreale e per questo forse ancora più efficace.
Chiari di Luna continua poi il 19 luglio con Principio Attivo Teatro che porterà in scena un ottimo esperimento di scrittura e di messinscena, Opera Nazionale Combattenti di Valentina Diana, con Leone Marco Bartolo, Dario Cadei, Carla Guido, Otto Marco Mercante, Cristina Mileti, Giuseppe Semeraro (che ne ha curato anche la regia). Lo spettacolo nasce dalla volontà di riscrivere la parte incompiuta di un testo classico, e straordinario I giganti della montagna di Pirandello. L’idea di Opera Nazionale Combattenti prende le mosse dalle parole dell’autore agonizzante, mentre descrive a suo figlio la parte finale del dramma e a queste parole si attiene in modo rispettoso e fedele. Il risultato è un’opera teatrale incosciente e dirompente, che, dal teatro, nel teatro pirandelliano ambisce ironicamente a fare teatro per il teatro, l’arte per l’arte. I personaggi in scena appaiono miseri, tristi. Hanno un compito ingrato, eppure sacro, da osservare e portare a termine nonostante i duri colpi che infligge: è il destino di tutti gli artisti quello dell’esposizione feroce di se stessi e delle proprie fragilità, dell’anelito ad una dimensione autentica che spesso viene disprezzata e demolita dalla massa informe di gente che chiede a gran voce una storiella per una risata.
L’attore di Opera Nazionale Combattenti, quindi, finisce con l’interpretare, col presentare al pubblico le istanze di tutti gli attori del mondo, si fa veicolo di rappresentazione di tutte le difficoltà che caratterizzano il mestiere dell’attore, con i caratteristici screzi che avvengono nell’ambiente di compagnia, le voglie di protagonismo, il primodonnismo, la rassegnazione e la solitudine di alcuni, la distrazione di altri e i tentativi disperati del capocomico per tenere insieme il gruppo. Teatro nel teatro, quindi, come nella migliore tradizione pirandelliana.
Patrizia Miggiano