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Boc e biomasse, la vittoria di Perrone

Consiglio comunale inedito per il primo cittadino di Lecce, che porta a casa la convergenza tra centrodestra e centrosinistra sull’uscita dai Boc e sul no alla centrale a biomasse 
 
Paolo Perrone (nella foto) porta a casa l’ok del Consiglio comunale sul percorso messo a punto con il consulente Paolo Cucurachi per limitare i danni economici dell’ente. L’assise ha, infatti, votato compatta l’uscita dallo swap e la ricontrattazione del mutuo con Deutsche Bank e Imi San Paolo, che permetterà all’Amministrazione comunale di tirare un sospiro di sollievo, risparmiando circa 5 milioni di euro l’anno. 
Al fianco del sindaco c’era anche il centrosinistra (unica astenuta Paola Spoti): “Lo facciamo per il bene della città, come atto d’amore”, hanno detto i consiglieri, spiegando il loro comportamento in una conferenza stampa ad hoc in cui l’opposizione intende chiedere al sindaco un segnale chiaro in cambio del voto. “Si tratta di ripartire senza colpi di spugna, con una maggiore chiarezza in alcune scelte fondamentali per l’economia dell’ente -afferma il capo dell’opposizione Antonio Rotundo- prima tra tutte la richiesta della restituzione dei premi da 700 mila euro da parte dell’equipe che si occupò dell’emissione dei Boc”. 
Ma proprio nel mezzo della contrattazione tra Io Sud e centrodestra comunale, una negoziazione difficilissima e sull’orlo del fallimento, Perrone porta a casa anche l’ok ai Boc dei consiglieri del movimento di Adriana Poli Bortone. “Giusto uscire dagli swap se non sono convenienti -afferma in Consiglio Angelo Tondo- ma non si demonizzi l’operato della passata amministrazione”. La stessa Io Sud però non ci sta sulla questione biomasse. Questa volta i consiglieri non sconfessano la centrale su cui l’accordo fu sottoscritto proprio durante il governo Poli e a non votare questa volta c’è anche il presidente del Consiglio comunale, Eugenio Pisanò. Il sindaco porta comunque a casa un ampia convergenza sulla posizione di contrarietà alla centrale “Heliantos 1” che in base al progetto dovrebbe sorgere sulla Lecce-Villa Convento. Il “no” definitivo del Comune arriverà durante la conferenza dei servizi che si terrà a Bari il 1° luglio. 
Tuttavia, dalla Italgest (l’azienda che aveva proposto il progetto per la centrale) hanno già avvertito: in quella sede l’Amministrazione potrà solo integrare la documentazione sull’approvvigionamento dell’impianto da oli vegetali che arrivano dalla filiera corta, come prevede la legge regionale, non certo cambiare idea. Ma alla fine del Consiglio, anche forte del voto del centrosinistra, Perrone si dice convinto di rappresentare il volere della città. All’indomani del voto, però, il centrosinistra lo invita alla coerenza: “L’eco-sensibilità del sindaco non sia intermittente, dica no alla megadiscarica prevista nella zona industriale di Lecce”. 
Sulla questione ambientale, però, anche nel Pd non mancano le contraddizioni. A Lecce infatti Rotundo dice no alla centrale a biomasse: “25 megawatt sono troppi e incompatibili con lo sviluppo di Lecce come città d’arte e turismo”. Ma nella vicina Cavallino lo stesso partito ha invece dato il via libera all’impianto a biomasse da 37 megawatt e per di più alimentata da oli che provengono da filiera lunga. Ma dalla segretaria provinciale del Pd, Salvatore Capone spiega: “Si tratta di decisioni assunte dai rappresentanti territoriali degli organismi, ma dopo il parere negativo di Arpa e Asl, siamo certi che i consiglieri ne terranno conto. Il Pd è convinto che questo territorio abbia già pagato abbastanza in termini ambientali”.
 
Alessandra Lupo