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Baia Verde di paura

Un gruppo di ambulanti nordafricani, accampati nella pineta di fronte al mare di Gallipoli, da giorni stanno terrorizzando turisti e titolari di lidi, che hanno denunciato scippi, intimidazioni e spaccio di stupefacenti 

 

La Puglia si è confermata anche per il 2017 tra le mete vacanziere preferite dai turisti. In particolar modo il Salento è stato invaso da un’onda senza fine di gente con la valigia in mano, pronta a fermarsi ad ammirare la bellezza delle nostre coste. Tuttavia, l’industria di settore lascia intravedere qualche crepa tra i tanti passi avanti fatti in questi anni. Un focus particolare lo merita la città di Gallipoli, regina incontrastata di questi mesi di turismo, dove il limite, nell’immaginario collettivo dei più, spesso non conosce definizione certa e si delinea l’immagine di un luogo dove tutto è lecito. 

La sicurezza è un tema caldo, d’altronde le notizie di cronaca si rincorrono per tutto l’arco estivo e coinvolgono discoteche irregolari, spaccio di droga, appartamenti e balconi affittati senza criterio alcuno. L’ultima news in ordine di tempo ha portato alla ribalta qualche giorno fa un gruppo di nordafricani, in prevalenza ghanesi, accampatisi tra la macchia mediterranea della Baia Verde e presunti autori di scippi in spiaggia e di minacce ai turisti. Un rifugio irregolare, un nascondiglio dove rintanarsi dopo le “scorribande” sulla spiaggia: furti di borse, portafogli, cellulari, sottratti di nascosto ad ignari turisti, e poi via in fuga precipitosa a nascondersi tra la vegetazione rigogliosa. E chi prova ad avventurarsi tra i sentieri della pineta riceve insulti e minacce. 

Una situazione che in città si conosce da tempo e che è stata più volte segnalata. Ma evidentemente il problema permane. Di mattina vendono tutto il possibile del loro campionario: dall’abbigliamento agli occhiali da sole, dai braccialetti alle scarpe. Non manca nulla, se non ai malcapitati turisti cui viene sottratto qualcosa. Sul far del tramonto abbandonano la spiaggia, fanno un po’ di spesa in vista della notte e poi alle prime luci dell’alba sono pronti a ricominciare con la solita routine. Per non parlare delle lotte interne, tra gruppi rivali, per la supremazia della clientela, che sfociano spesso in vere e proprie risse, anche alla luce del giorno. 

Una presenza, la loro, che però ha fatto suonare diversi campanelli d’allarme perché alcuni di questi extracomunitari sarebbero dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti, altri minacciano turisti e quanti provano a chiedere il rispetto delle regole. È chiaro che in un clima del genere, appesantito ulteriormente dai recenti fatti di cronaca a Rimini, la paura trovi strada facile. 

 

“Problema vecchio, ma finora nessuna soluzione” 

 

Anno nuovo, problemi vecchi quelli che attanagliano Gallipoli nel periodo estivo. Lo ribadisce a chiare lettere Roberto Giurgola, rappresentante del “Comitato Cittadino di Liberazione per Gallipoli”, secondo il quale nulla è stato fatto in concreto. 

Giurgola, Gallipoli ancora una volta è finita al centro delle attenzioni dei media per una serie di problematiche sorte in piena estate.

I problemi sono gli stessi da quattro anni a questa parte. A questo punto sorge il dubbio che o non li vogliano risolvere o qualcuno abbia interessi a non risolverli. C’è troppa tolleranza. È notizia di questi giorni del provvedimento di cessazione attività per 10 giorni della discoteca Praja, peccato sia arrivato quando la stagione si sta chiudendo. Così non ha senso, come non hanno senso le disposizioni contro le occupazioni abusive di suolo pubblico scattate a inizio settembre. I problemi sono stati sottovalutati; resto perplesso quando il Prefetto dichiara a inizi di settembre di voler intervenire.

In questo contesto si aggiunge la notizia, sempre di questi giorni, di un gruppo di nordafricani presunti autori di scippi sulle spiagge. 

Lo sanno tutti che dall’apertura delle discoteche a giugno questa banda di ragazzi è qui per spacciare. Ora anche le spiagge si sentono in difficoltà. Non bisogna cadere dalle nuvole. I problemi che c’erano con la vecchia amministrazione ci sono anche con la nuova, la politica deve fare la sua parte, ma si assiste ad un rimpallo delle responsabilità. 

Quali allora le possibili soluzioni? 

Una città turistica come Gallipoli, che è uno dei motori trainanti dell’economia turistica del Salento necessita di una cabina di regia che metta insieme gli amministratori, gli imprenditori del settore, le Forze dell’ordine e la cittadinanza. C’è bisogno di un “Palazzo del turismo”, un comparto come questo non si può umanamente gestire con un assessore e un ufficio con una dirigente e un impiegato. Per i volumi di oggi c’è bisogno di creare un team ad hoc.

 

Clima di tensione nella Città bella 

 

La presenza ingombrante di questo folto gruppo di nordafricani ha cominciato a creare un clima di tensione e di mal sopportazione all’interno della comunità. Così, dopo averli tollerati per qualche anno, ora anche i proprietari dei lidi alzano la voce. Sono troppi questi venditori ambulanti che affollano le spiagge, stressando il turista con tecniche di vendita aggressive e petulanti; se poi si rendono protagonisti di furti e minacce sotto gli ombrelloni lo scenario è completo.

La conferma arriva direttamente da alcuni gestori e proprietari di lidi sulla costa gallipolina. “Il problema è che sono davvero tanti -fanno sapere dal lido ‘Sottovento’-. I turisti sono continuamente disturbati da qualcuno che cerca di vendere qualcosa ed è chiaro che nella confusione, passando tra i lettini, riescono ad arraffare qualcosa”.

Non usa mezzi termini, invece, Giuseppe Mancarella, presidente del Cna, che definisce il contesto di Gallipoli come un vero e proprio dramma. “Quella che doveva essere un’estate tranquilla nata all’insegna del protocollo sulla sicurezza bis rischia di trasformarsi in tragedia. Un gruppo di stranieri genera paura e panico tra la gente, fino a minare la pazienza dei più. Tocca quindi alle istituzioni intervenire perché siamo stati invasi da chi delinque e non rispetta le regole. E non sono solo stranieri, capita anche con gli italiani. Vengono -conclude- e fanno i padroni sul nostro territorio”. 

 

Alessio Quarta