Il Consiglio comunale approva all’unanimità il nuovo Piano Casa ed estende i suoi effetti anche alle zone paesaggistiche
Per una volta a Palazzo Personè sembrano essere tutti d’accordo. Il Consiglio comunale, convocato per discutere il Piano Stralcio di assetto idrogeologico ed il Piano Casa, ha approvato entrambi gli ordini del giorno all’unanimità. Per molti versi c’era da aspettarselo. In particolar modo, l’ultimo oggetto di discussione ha riscosso la “concordia omnium” soprattutto in nome dei suoi notevoli risvolti economici. Proprio a tal fine, infatti, si è pensato di applicare quanto previsto della L. R. n. 14 del 30 luglio 2009, meglio conosciuta come Piano Casa, persino alle zone sottoposte a vincolo paesaggistico. In tali aree sarà dunque possibile estendere agli edifici caratterizzati da scarsa qualità ambientale che necessitano di urgente e specifica riqualificazione, i “benefici” previsti dalla legge regionale.
Estrema soddisfazione è stata espressa tanto dalla maggioranza quanto dall’opposizione. Per il primo cittadino, Antonio Vaglio (nella foto), “le misure adottate sono state frutto di un confronto costruttivo e sereno tra tutti i gruppi e le forze politiche rappresentate nel Consiglio comunale. L’apporto di tutti i gruppi ha consentito di definire provvedimenti che coniugano allo sviluppo le esigenze di tutela del territorio e dell’ambiente”. Più prosaico e forse più realistico il commento dell’assessore ai Lavori pubblici, Cosimo Caputo, che ha sottolineato il ritorno economico di tale decisione. Il provvedimento appena adottato consentirà infatti la riattivazione di numerosi cantieri ed il conseguente rilancio di uno dei principali settori economici neretini, ossia l’edilizia.
In verità, nonostante questa concordia generale, non mancano in seno all’opinione pubblica delle preoccupazioni legate all’estensione del Piano Casa anche a zone sottoposte a vincolo paesaggistico. Si tratta di perplessità che interessano una stretta minoranza, ma che contengono degli utili spunti di riflessione. Di certo, pur non volendo dare ascolto a queste remore, l’esperienza dei decenni passati, con orribili costruzioni, villette e tuguri inseriti in magnifici contesti ambientali, avrebbe dovuto consigliare una maggiore cautela.
Tuttavia, almeno ufficialmente, nessuno ha sollevato obiezioni. Se ciò sia dovuto ad una completa fiducia nei confronti delle garanzie espresse dall’Amministrazione comunale, è difficile dirlo. Certamente il rilancio dell’edilizia, la possibilità di ampliare del 20% le proprie abitazioni (o del 35% nel caso di demolizione e ricostruzione), la deroga, per alcune parti del territorio comunale, ai limiti delle altezze massime prescritte dal Prg vigente, sono decisioni che fanno gola un po’ a tutti, dai costruttori agli stessi cittadini. Non si può inoltre negare che Nardò abbisognasse di nuovi stimoli per la propria economia. L’approvazione del Piano Casa, quasi sicuramente, permetterà di riattivare il settore dell’edilizia. A quale prezzo però? Al momento non è dato prevederlo.
Nei prossimi due anni, ossia per tutta la durata del provvedimento, i neretini potranno capire se il Piano Casa è veramente quel “provvedimento eccezionale e straordinario” descritto dal consigliere d’opposizione Rino Dell’Anna o se si sia trattato soltanto dell’ennesimo attacco al paesaggio e all’urbanistica.
Alessio Palumbo