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Asl Lecce, al via il nuovo piano di assunzioni

A partire da quest’anno saranno banditi tre concorsi per oltre mille posti suddivisi tra medici, infermieri, dirigenti e operatori sociosanitari 

 

Tra il nuovo piano di riordino ospedaliero, viaggi della speranza e ritardi strutturali, il 2016 per la sanità salentina si chiude con una notizia positiva, una boccata d’ossigena vitale per tutto il settore. Nei giorni scorsi, infatti, la Asl di Lecce ha varato il piano di assunzioni per il triennio che va dal 2016 al 2018, mettendo a concorso più di mille posti per un impegno finanziario che supera i 47 milioni di euro. Un programma che rientra pienamente all’interno dei parametri di spesa stabiliti dall’Assessorato della Regione Puglia in materia di Politiche per la Salute, così come previsto dalla delibera della Giunta regionale n. 1.072 dello scorso mese di luglio. A quest’ultimo va aggiunto l’accordo siglato proprio nei giorni scorsi ore tra il residente Michele Emiliano e gli organi sindacali al fine di individuare interventi finanziari per l’innovazione organizzativa, un piano di ulteriori assunzioni dal 2017 al 2019 per risolvere la carenza organica di 5mila unità e azioni per debellare l’annoso problema delle liste d’attesa.

Per quel che riguarda l’Asl di Lecce si tratta nello specifico di ben 1.155 posti di lavoro, suddivisi tra medici, infermieri, dirigenti e operatori sociosanitari che, nel corso del triennio, troveranno finalmente stabile collocazione. Saranno banditi concorsi per tutte le posizioni ad oggi occupate con incarichi a tempo determinato su posto vacante trasformandole in assunzioni a tempo indeterminato. Per quest’anno che oramai volge al termine verranno banditi concorsi per 525 figure professionali, a cui si aggiungeranno 282 figure previste per il 2017 e ulteriori 348 per il 2018.

A beneficiarne saranno soprattutto il settore delle emergenze e quei settori che rispondono all’insorgere di nuovi bisogni. Ad esempio, il Centro Territoriale per l’Autismo, il reparto di Chirurgia Cardiovascolare del “Vito Fazzi” di Lecce, il reparto psichiatrico della Casa Circondariale di Lecce che, a regime, diventerà il più grande d’Italia, o il Sistema di Trasporto Neonatale per cui l’Asl di Lecce è stata individuata come hub di collegamento anche per le province di Brindisi e Taranto saranno alcuni dei centri che saranno interessati dai nuovi concorsi.

“La Direzione strategica della Asl -sottolinea il direttore generale Silvana Melli- sta compiendo uno sforzo economico e organizzativo importante. Il nostro Piano di assunzioni darà un respiro più ampio alla Sanità del Salento ma avrà anche un impatto socio-economico notevole. Dare occupazione stabile a tempo indeterminato, in tempi di precarietà diffusa, è di per sé un atto di responsabilità, se non di coraggio”. Un plauso arriva anche dal consigliere regionale Sergio Blasi secondo cui “grazie al potenziamento del personale, la Asl potrà offrire un servizio sanitario pubblico più efficiente, anche nei mesi estivi, durante i quali la popolazione del Salento cresce e gli operatori sanitari sono chiamati a sforzi che vanno molto oltre l’ordinario”.

 

L’angiografo è rotto è il paziente muore: l’Asl ha avviato un’inchiesta 

 

Accanto al necessario incremento della forza lavorativa, la Sanità leccese necessita comunque di una maggiore innovazione per quel che concerne gli impianti a disposizione, le strutture e l’organizzazione delle medesime. E non solo per evitare ai pazienti i numerosi viaggi fuori Regione pur di curarsi, ma anche per salvare la vita a chi decide di rimanere in terra di Puglia.

L’ultimo, tragico, caso è dello scorso 8 dicembre quando un uomo di appena 37 anni è morto a seguito di un’emorragia cerebrale e a cui non è stato possibile prestare soccorso perché sia l’angiografo del “Vito Fazzi” di Lecce, sia quello del “Perrino” di Brindisi erano fuori uso. Non funzionanti per usura e privi di un macchinario sostitutivo. Inutile il viaggio dell’ambulanza del 118, a cui pure nessuna comunicazione evidentemente era arrivata sul malfunzionamento contemporaneo dei due apparecchi, e così una giovane vita si è prematuramente spezzata. Più di tre ore di agonia alla ricerca disperata di un angiografo funzionante, ma niente da fare. Anzi, una volta arrivati a Brindisi l’ulteriore beffa. 

Sulla vicenda è stata ora aperta un’inchiesta interna da parte dell’Asl per stabilire le responsabilità dell’accaduto, dal momento, che al contrario di quanto circolato nelle prime ore, lo strumento sembrava essere stato aggiornato di recente. 

 

Un Ospedale pediatrico in Salento? Tria Corda ci crede

 

A Lecce potrebbe presto sorgere un Ospedale pediatrico, interamente dedicato ai bambini. È questo l’obiettivo che si prefigge Tria Corda Onlus, l’associazione fondata nel 2012, che mira a unificare in un unico progetto gli organi politici, le istituzioni, le comunità locali e i privati, tutti insieme per realizzare un polo che assista i bambini nel loro cammino e nella loro crescita.

D’altronde gli ultimi dati Istat non sono per nulla incoraggianti: nelle province di Lecce e Taranto quasi 5 bambini su mille muoiono prima di poter festeggiare il loro primo anno di vita. Va un po’ meglio a Brindisi, ma si è comunque abbastanza lontani dagli standard del Nord Italia dove il dato si attesta tra il 2 e il 3 per mille. 

L’Ospedale pediatrico potrebbe essere l’emblema di una crescita culturale, economica e sociale per tutto il territorio salentino, un volano ideale per il miglioramento complessivo delle cure in un contesto in cui troppo spesso si assiste alla migrazione dei pazienti verso i centri specialistici di altre Regioni alla ricerca di soluzioni a problemi sanitari che in loco non si trovano. 

 

Alessio Quarta