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Arrivano le Tac

È stata scritta la parola fine all’annosa vicenda delle apparecchiature destinate agli ospedali di Lecce, Scorrano, Casarano e Gallipoli 
 
Tac, tac, tac. Il rumore del tempo che passa è curiosamente simile alla sigla che per mesi ha preoccupato i pazienti salentini, sprovvisti di uno strumento diagnostico essenziale. Dopo mesi di incertezza è arrivata nei giorni scorsi la sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale: sarà la General Electrics Medical System Italia spa a fornire e installare le quattro nuove Tac negli ospedali di Lecce, Scorrano, Casarano, Gallipoli. 
Uno stallo che, per fortuna, si è risolto, ma che si è trascinato dal giugno 2011, fin da quando cioè la Asl aveva ritenuto più vantaggiosa l’offerta presentata dalla Siemens e dall’impresa individuale De Tullio Nicola. I giudici hanno accolto in sei punti le osservazioni dei ricorrenti: in primo luogo sulla costituzione dell’associazione temporanea d’impresa da parte della Siemens che, così costituita, non avrebbe potuto partecipare alla gara. E poi sull’intera offerta che ha ottenuto dalla commissione un punteggio non congruo se raffrontata con la proposta della ricorrente. L’associazione temporanea d’imprese infatti aveva offerto la fornitura delle quattro macchine per un milione e 850mila, mentre la General Electrics era arrivata fino ad un milione e 990mila. 
La comparazione delle due offerte è però avvenuta in maniera non corretta, in quanto le Tac proposte dalla Siemens sono capaci di sviluppare 40 strati acquisiti in una singola rotazione di 360°, mentre le macchine della General Electrics arriverebbero a svilupparne 60. Una differenza non da poco, a parere della ricorrente, in quanto inciderebbe, a lungo andare, in maniera consistente sui costi di manutenzione: 600mila euro all’anno per quelle a 60 strati, 700mila per quelle a 40. Non solo: la macchina a 60 strati consentirebbe anche una più dettagliata e rapida diagnosi, con evidente diminuzione delle liste d’attesa ed un sensibile aumento della quantità delle prestazioni e soprattutto l’esecuzione di esami Cardio Tac ed Angio Tac, non eseguibili con la macchina a 40 strati. 
La pronuncia del Consiglio di Stato è arrivata a pochi giorni dalla diffida inviata dal Codacons alla stessa Asl di Lecce affinché si arrivasse, attraverso un provvedimento in autotutela, ad annullare l’aggiudicazione all’associazione temporanea d’impresa ed a deliberare di conseguenza l’assegnazione in favore della seconda in graduatoria “Tale rimedio -spiegavano gli avvocati del Codacons, Massimo Todisco e Luisa Carpentieri- avrebbe consentito una tempestiva risposta all’esigenza di tutela del diritto alla salute dei soggetti che usufruiscono dei servizi forniti dalla Asl di Lecce, e dunque una migliore cura delle patologie diagnosticabili tramite la Tac, senza tenere conto che la Tac a 64 strati consente l’adozione di tecniche di riduzione dell’esposizione a radiazioni, che garantiscono un minimo impatto sulla salute, soprattutto qualora si rendesse necessario eseguire l’esame su bambini e donne gravide”. Per la cronaca, concludono i legali, “nei presidi ospedalieri di Lecce, Casarano, Gallipoli e Scorrano al momento sono presenti Tac di vecchissima generazione, ad 1 strato, acquistate nel migliore dei casi, quale quello del Vito Fazzi di Lecce nel 1995, soggette a malfunzionamenti dovuti alla vetustà delle stesse”.