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Appalti, a Confapi piace il metodo della Regione

Secondo Carmine Nuzzaci la strada scelta è quella giusta per evitare che l’incremento internazionale dei prezzi ricada sulle imprese

“Non è giusto che a pagare i costi di un imprevedibile andamento internazionale dei prezzi siano le imprese. Per questo il confronto avviato a livello regionale ci trova soddisfatti”. A parlare è Carmine Nuzzaci, imprenditore salentino del settore edile e componente del Consiglio Direttivo di Confapi Lecce. L’associazione partecipa attivamente all’aggiornamento del prezzario regionale delle opere pubbliche in Puglia, tramite cinque diversi tavoli tematici con la presenza di esperti e operatori del settore.

Ringraziamo la Regione Puglia per questa opportunità – spiega Carmine Nuzzaci -. L’aggiornamento dei prezzi è importantissimo e il confronto tra tutti gli attori del territorio, istituzioni, associazioni di categoria e imprese in particolare, è il modo giusto per affrontare la questione. Ci sono dinamiche che, oltre ad essere imprevedibili, sono anche al di fuori della portata dei singoli Stati. Per dire: se viene bombardata una nave nel canale di Suez, questo può comportare un aumento del prezzo del petrolio e conseguentemente del costo del bitume per rifare le strade. E il tutto rischia di ripercuotersi sulle imprese, che effettuano appalti pubblici e hanno tutta una serie di obblighi e vincoli nella consegna dei lavori. Qui non ci sono interessi contrapposti, ma obiettivi comuni: poter lavorare con prezzi delle materie prime aggiornati e adeguati al mercato consente di realizzare nel migliore dei modi le opere pubbliche e consente anche di garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro”.

Nuzzaci sottolinea come il confronto con il Ministero dellen Infrastrutture, nello specifico con il viceministro Edoardo Rixi, abbia avuto come risultato la condivisione con Istat e con le stazioni appaltanti del metodo di calcolo per la definizione dei prezzi dei lavori. Si tratta del cosiddetto “modello francese”, un meccanismo “automatico, trasparente ed omogeneo” nell’ambito del nuovo Codice degli appalti, che ha reso obbligatoria la revisione dei costi di opere, servizi e forniture quando aumentano i costi dei materiali.

Questo è l’unico modo per non inquinare il sistema degli appalti pubblici – conclude Nuzzaci – e Confapi è favorevole a questo percorso virtuoso in uno spirito collaborativo tra Stato, stazioni appaltanti e imprese. Queste ultime non vogliono approfittare di questo mercato dei prezzi imprevedibile, ma non possono nemmeno pagarne i costi. Il nostro tessuto economico è fatto di piccole e medie imprese, che vive di piccoli appalti; lasciarla in balia di queste variazioni significa condannarle a morte”.

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