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Antonio Castrignanò: “La Taranta è un viaggio in continua evoluzione”

Il cantante e tamburellista salentino, veterano dell’Orchestra popolare, ci racconta il percorso intrapreso finora e del nuovo maestro concertatore dice: “Ha le idee chiare, l’evento ha già una sua identità”

 

Il concertone di Melpignano rappresenta la più importante vetrina della tradizione musicale salentina, uno degli elementi più forti della cultura del nostro territorio. La Notte della Taranta è sempre stata in grado di consentire l’incontro con altre esperienza artistiche, intraprendendo una strada che ha varcato i confini nazionali. Questo è il pensiero di Antonio Castrignanò, cantante e tamburellista di Calimera, tra i veterani del grande evento di Melpignano: “La Notte della Taranta è un viaggio continuo. Sintetizza quello è che il percorso che la musica di tradizione orale sta facendo sul territorio ogni giorno. Il concertone è un viaggio sempre in evoluzione, volto alla ricerca del confronto con nuove civiltà musicali, dell’integrazione tra nuove culture e sonorità. Lo considero un incontro nel piacere dell’incontro, mantenendo sempre la nostra identità musicale, ma facendo sposare sonorità, anche solo timbriche, appartenenti ad altre tradizioni con quelle della nostra tradizione. Parlo di un aspetto naturale e molto delicato -sottolinea il musicista- che l’arte riesce a concretizzare ed è ciò che la Notte della Taranta ha sempre perseguito; sono stati tanti gli artisti, provenienti da tutto il mondo, che si sono cimentati con le note della cultura musicale salentina, generando una consapevolezza e una evoluzione naturale della musica stessa”.

Nei giorni scorsi, Castrignanò ha iniziato le prove in vista della serata del 22 agosto, facendo così conoscenza con il nuovo maestro concertatore Phil Manzanera, e le prime impressioni state particolarmente positive: “Ha già dimostrato di avere delle idee molto chiare -afferma Castrignanò- e questo rappresenta un punto di forza per chi accetta di lavorare per un progetto ambizioso e valido come è la Notte della Taranta. In questi pochi giorni ho avuto modo di ascoltare qualcosa di preciso e definito, che ha già una sua identità: alcuni elementi della tradizione salentina sono rimasti invariati, mentre saranno aggiunti anche ritmi latino americani. Sarà come assistere ad una sorta di opera, con parti e scene che si susseguiranno sul palco”.

Luciano Ligabue, in particolare, canterà in dialetto salentino, una scelta molto apprezzata da Castrignanò: “Lo hanno fatto tutti i cantanti che hanno partecipato al concertone, ma resta sempre un momento bellissimo, perché cercare di trasmettere emozioni con una lingua che non è la propria è un grande atto di coraggio, responsabilità e professionalità”.  

 
Alessandro Chizzini