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Antonio Baldari, artista e “partigiano” per un Salento migliore

Ogni tanto capita di incontrare delle persone speciali. Uomini che sono pronti a mettersi contro tutto e tutti per denunciare abusi e ingiustizie. Antonio (Tonino per gli amici) era proprio così: eclettico e creativo come ogni artista che si rispetti (era pittore e scultore), passionale e inarrestabile (era figlio di un partigiano) ma, soprattutto, pronto a dare l’anima per il Salento, in difesa soprattutto del suo prezioso ambiente naturale (era una guardia ecologica volontaria). 

Con Antonio, scomparso nei giorni scorsi all’età di 60 anni dopo una lunga malattia, ci siamo trovati fianco a fianco diverse volte negli ultimi anni, praticamente in tutte le vicende dalle quali sono nate numerose copertine di Belpaese: Porto Miggiano, Tap, Xylella, discariche abusive, fotovoltaico ed eolico selvaggio, ulivi a rischio espianto, inquinamento ambientale nella zona industriale di Galatina (comune in cui risiedeva), solo per citare le principali. 

Era una formidabile fonte di informazioni: ricordo ancora le foto in alta qualità che mi spediva via mail insieme a copie di leggi, delibere, regolamenti comunali. Mi mancheranno i sopralluoghi fatti insieme nelle campagne salentine alla ricerca dei “corpi del reato”, ma soprattutto mi mancherà il suo sorriso contagioso e il suo instancabile desiderio di giustizia.  

 

Andrea Colella