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Antonella Bruno e Marcello Risi pronti per la sfida finale del ballottaggio

In attesa del turno elettorale di spareggio, già assegnati i primi 13 posti nel nuovo Consiglio comunale dove, dei 4 candidati sindaco, non entra solo il “grillino” Alfredo Ronzino
 
Ballottaggio doveva essere e ballottaggio sarà. Merito (o colpa, a seconda dei punti di vista) della frammentazione politica generata in città nel dopo-Vaglio e delle quattro coalizioni sostenute da 15 liste e dei ben 350 aspiranti consiglieri comunali che hanno “disperso” i voti su più fronti. 
A sfidarsi nel turno suppletivo delle urne saranno Antonella Bruno, espressione di un centrodestra che nella campagna elettorale ha remato unito per la vittoria, e Marcello Risi, rappresentante di una quota parte del centrosinistra cittadino che, prima ancora che la Bruno, aveva come avversario diretto Giancarlo De Pascalis e la rispettiva aggregazione politica (sulla quale sono confluiti poi molti dei voti del Pd). Ora per il ballottaggio della prossima settimana si riparte da zero. O quasi.
Antonella Bruno sulla linea dello start vanta il piccolo passo avanti costituito da poco più di 300 preferenze in più raccolte dalla sua coalizione rispetto a quella di Risi, che a sua volta ha superato di 200 preferenze il rivale del centrosinistra De Pascalis. Un’inezia il “tesoretto” della Bruno su Risi, se si considera che in ballo ora ci sono le 3.136 preferenze sommate da Risi e le 2.217 andate al “grillino” Alfredo Ronzino e che il sistema del ballottaggio necessariamente rimette in circolo. 
In settimana proprio Beppe Grillo dal suo blog ha sentenziato che le 5 Stelle non andranno né a destra né a sinistra (“Andiamo oltre la politica”, ha dichiarato il blogger-attore ligure) e da ciò ne risulta che la libertà di voto concessa agli elettori neretini, che al primo turno hanno dato la loro fiducia ed il loro voto a Ronzino, potrebbe assumere un peso specifico rilevante. Senza mezzi termini invece si legge l’appello lanciato dal segretario provinciale del Pd Salvatore Capone all’indomani del responso delle urne. Perché dai vertici leccesi dei democratici arriva l’invito agli elettori di Risi e De Pascalis (tra i quali molti proprio del Pd secondo le indicazioni di voto della vigilia) di ricompattare le forze del centrosinistra per poter avere le chiavi di Palazzo Personè. 
Ed in attesa dello scontro finale e della probabile “calata” a Nardò dei big nazionali della politica in questa settimana che separa dal ballottaggio, già è possibile abbozzare una prima parvenza del nuovo Consiglio comunale, partendo dalle elezioni date per certe di quei consiglieri che non sono in border line stante la necessità del turno di spareggio che all’eletto sancirà il premio di maggioranza. 13 sono i posti già attribuiti, 11 (uno dei quali è per il candidato sindaco sconfitto nella tornata suppletiva) saranno assegnati dopo il ballottaggio.
Dell’aggregazione che ha sostenuto il primo candidato sindaco sconfitto Giancarlo De Pascalis (eletto in quanto tale) ce l’hanno fatta in 5, ovvero Daniele Piccione (Semplicemente Neretini, 319 voti), Antonio Tiene (Partito Democratico, 491 voti), Paolo Maccagnano (Noi per Nardò, 278 voti) e Giuseppe Tarantino (Progetto Nardò, 275 voti).
Indipendentemente dal risultato del ballottaggio guadagnano un posto sicuro nel nuovo Consiglio comunale  i rappresentanti del centrodestra Mirella Bianco e Sandro Presta (entrambi de La Puglia Prima di Tutto, ai quali sono andati rispettivamente  341 e 273 voti), Oronzo Capoti (Nuovo Corso, 345 voti) e Cesare Dell’Angelo Custode (volto nuovo del Popolo della Libertà che con 637 voti personali è risultato in assoluto il primo degli eletti).
Tra i consiglieri che invece sono con Marcello Risi, a Palazzo Personè entrano da consiglieri Flavio Maglio (Unione di Centro, 323 voti), Antonio Cavallo (Nardò Partecipa, 267 voti), Rocco Luci (Costruire Insieme, 400 voti) e Sergio Vaglio (Io Sud-Nardò Insieme, 239 voti).
Elezioni tabù invece per la quarta lista in campo, quella delle 5 Stelle di Alfredo Ronzino. Il voto disgiunto espresso dai neretini non ha fatto scattare infatti il seggio per i grillini considerate le 2.217 preferenze attribuite al candidato sindaco a fronte degli “appena” 558 voti messi insieme in totale dei suoi 21 aspiranti consiglieri comunali. 
 
Daniele Greco