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Alla Puglia otto Bandiere Blu. Ma Otranto è bocciata

Buono il risultato per il Salento con tre località premiate (ma altre escluse). Claudio Mazza, segretario della FEE, chiarisce i parametri di valutazione per l’assegnazione degli ambiti riconoscimenti

 
Sono dieci i Comuni pugliesi che si sono candidati per la Bandiera Blu e otto di questi l’hanno ottenuta. Il risultato è degno di nota. Riserbo assoluto della Foundation for Environmental Education (FEE), l’organizzazione internazionale no profit che assegna l’ambito riconoscimento, sui Comuni pugliesi che non c’è l’hanno fatta. “La nostra non è una pagella di buoni e cattivi -afferma Claudio Mazza, segretario generale della FEE- è una certificazione di qualità rilasciata sulla base di parametri internazionali. Per ottenere la Bandiera Blu è necessario intraprendere un percorso che non si può improvvisare. La nostra è una filosofia di miglioramento e ogni anno i parametri devono essere incrementati. In poche parole se una località parte con il punteggio minimo su un parametro, deve incrementarlo nell’anno successivo. Se non ci riesce, su quel parametro ottiene punteggio zero”. 
Rodi Garganico (Foggia), Polignano a Mare (Bari), Ostuni (Brindisi), Castellaneta, Ginosa (Taranto), Castro, Salve, le marine di Melendugno della provincia di Lecce: queste le località virtuose e nel Salento non è mancata la sorpresa per le esclusioni eccellenti, Gallipoli e Otranto in primis. “Intanto bisogna vedere se questi comuni si sono candidati per ottenere la Bandiera Blu. Mi viene in mente quella famosa barzelletta napoletana -chiosa Mazza- che raccontava di una pia donna che si lamentava con San Gennaro per la sua sfortuna e il santo le domandò se almeno avesse comprato il biglietto della lotteria. Dopo l’attribuzione delle bandiere queste polemiche sono fisiologiche, ma spesso sono i comuni a non essersi candidati. I motivi possono essere diversi. Le nostre procedure sono trasparenti e rigorose e quindi non è raro che le amministrazioni facciano valutazioni in casa e ritengano di non essere pronti per mettersi in gioco. È un atteggiamento sbagliato. Intanto noi non rendiamo nota la località esclusa, ma forniamo al comune un elenco di punti di forza e di debolezza su cui lavorare per rendere i parametri ottimali. Siamo in contatto continuo con i comuni che vogliono candidarsi e chiediamo di avere un referente dell’amministrazione per un confronto e un supporto che aiuti a lavorare nella giusta direzione”. 
Sono in totale 231 le spiagge italiane che batteranno Bandiera Blu, quattro in più dello scorso anno. Rappresentano il 10% delle spiagge premiate a livello internazionale e, precisa Mazza, “dimostrano che la pressione ecologista impone ai Comuni di migliorare gli standard di qualità allineandosi su criteri di sostenibilità ambientale”. 
La Bandiera Blu è un riconoscimento internazionale, istituito nel 1987 (Anno europeo dell’Ambiente) che viene assegnato ogni anno in 41 paesi, inizialmente solo europei, più recentemente anche extra-europei. Grande soddisfazione della commissaria dell’Azienda di Promozione Turistica della provincia di Lecce (Apt), Stefania Mandurino: “È un risultato che deve stimolare tutti a investire in qualità e servizi. La Bandiera blu non è un vessillo da esibire come simbolo di mare pulito, ma la certificazione dell’impegno dei comuni e delle comunità locali nella tutela dell’ambiente e nella gestione sostenibile del territorio e delle sue straordinarie risorse”.
 
Maddalena Mongiò