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La frana sulla Lecce-Roma continua a far danni

Si protraggono i disservizi dovuti alla frana nel beneventano sulla linea ferroviaria Lecce-Roma, ma Trenitalia fa il possibile per venire incontro all’utenza 

 
I problemi dovuti alla frana nel beneventano sulla tratta ferroviaria Lecce-Roma non sembrano avere fine, come previsto. Dal canto suo, Trenitalia sta facendo il possibile, attraverso biglietti a un costo privilegiato e l’istituzione di molti bus in sostituzione, per attraversare indenni la zona “incriminata”, autobus che hanno la funzione di portare i passeggeri a destinazione. 
I disservizi si sono fatti sentire un po’ di più in corrispondenza delle festività del 1° maggio, non solo per la festività in sé e il concertine annuale nella capitale, che raccoglie moltissimi ragazzi attirati dai nomi musicali in scaletta, ma anche per la coincidenza del Comicon a Napoli, per cui sono in tanti a recarsi nel capoluogo partenopeo, privilegiando le province vicine per alloggiare. Persone che, in quest’ultimo caso, hanno per lo più deciso di optare per i treni che vanno direttamente a Napoli, anche se con cambio a Bari. Perché a Bari qualunque cosa si ferma, di notte, come già messo in conto dall’azienda, soprattutto in termini di Eurostar. 
Si ferma anche l’Intercity Notte, e trovare un biglietto anche in prima classe diventa un problema, persino prenotando in agenzia. Sembra essere tutto occupato, per cui qualcuno ripiega su un biglietto senza posto prenotato, sperando che qualcuno abbia rinunciato, magari di fronte alle difficoltà di un così lungo e scomodo viaggio notturno. Viene soppresso il Lecce-Roma in prima serata, quello che, da sempre, aggira la frana facendo un percorso alternativo. Si può prendere solo quello che parte intorno alle 11 di sera. Pare che la soppressione sia avvenuta solo in corrispondenza del 1° maggio, dato che a giudicare dal sito di Trenitalia, gli altri giorni il servizio viene effettuato come sempre. 
Una volta sul Lecce-Bari, in realtà, la prima classe è semivuota, sono pochissimi i passeggeri, che peraltro hanno trovato un biglietto scontato, molto conveniente. A Bari è sera inoltrata, quando ci si accalca, cercando di capire su quale pullman bisogna salire. La voce dell’altoparlante dice di recarsi nella piazza antistante la stazione, ed è una corsa, perché si è un po’ tutti stanchi, ma una volta lì, si dice ai passeggeri di tornare sul marciapiede di discesa del treno, affinché siano vagliati i biglietti e i passeggeri siano smistati per le diverse destinazioni. Che sono per lo più verso Roma. I pochi che vanno in altre direzioni, anche vicine, sembrano aver perso le speranze di un ritorno a casa, si interrogano sul loro futuro, mentre il sonno cala inesorabilmente sulle palpebre. Sul marciapiede, in attesa con gli altri, un uomo di mezza età di Molfetta, che sembra impaziente di tornare, forse dopo una settimana di lavoro a sud. Pochi chilometri, in fondo, lo separano da casa, ma a lui sembra lontanissima. Un gruppo di ragazzi di Taranto vengono fermati, perché non hanno il biglietto. Sono un po’ arroganti, in forza di una consuetudine per cui sono in tanti a non fare il biglietto per Roma in occasione del concerto del primo maggio: una leggenda metropolitana narra, infatti, che i controlli avvengano fino a Foggia, dopo di che sono troppe le persone sulle vetture e non si riesce a controllare i biglietti di tutti. Ma alla fine i pullman partono. Uno di questi ferma a Caserta, arriva in anticipo sulla tabella di marcia, con grande sollievo degli utenti. Un autista particolarmente premuroso attende prima di ripartire alla volta di Roma: vuole assicurarsi che i treni verso Napoli ci siano tutti e che i passeggeri possano arrivare a destinazione. Poi riparte, giungendo puntuale anche a Roma, anche se si è atteso tanto e anche se chi sceglie il treno è per la comodità, che un pullman non può dare.
 
Angela Leucci